Ha permesso di ottenere abusivamente il Reddito di cittadinanza ad almeno 100 persone l’impiegato di un Caf alla periferia Est di Roma indagato dalla procura come la talpa che ha portato all’inchiesta su 130 persone per falso e indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato. Ai suoi “clienti” offriva un pacchetto completo, spiega Il Messaggero, con l’autocertificazione per ottenere il sussidio già compilata con dati completamente inventati, da quelli della residenza alle date di nascita fino al numero di figli a carico. La presunta truffa sarebbe cominciata dal 2019, non appena era stato introdotto il Reddito di cittadinanza, fino al 2021. Dalle carte sequestrate dalla Guardia di finanza nelle mani del pm Carlo Villani sono state trovate discrepanze enormi, soprattutto tra i redditi dichiarati e quelli effettivi di chi incassava l’assegno. Il servizio del funzionario era rapidamente diventato molto popolare, capace in un breve periodo di crearsi un largo giro di clienti, tra cui alcuni italiani e per lo più originari della Romania. A incastrare la talpa del Caf, oltre ai dati che per la procura non tornavano, sono stati i documenti ritrovati nella perquisizione dell’ufficio, pronti per essere consegnati ai clienti completi di dati falsi.
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