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Rachele Mussolini e il manager Anastasio che copia i discorsi del Duce: «È un amico di famiglia ma ha sbagliato»

15 Marzo 2023 - 05:31 Redazione
rachele mussolini claudio anastasio
rachele mussolini claudio anastasio
La consigliera comunale dice che Anastasio le ha spiegato di non aver realizzato la gravità della cosa. E che quelle che ha mandato erano comunicazioni private

Rachele Mussolini, nipote del Duce, è consigliera comunale a Roma con Fratelli d’Italia. In un’intervista rilasciata a Repubblica oggi ricostruisce l’ascesa e la caduta di Claudio Anastasio, il manager di 3-I che ieri si è dimesso dopo aver inviato una mail che parafrasava il discorso di Benito Mussolini dopo l’omicidio Matteotti. Premettendo che è stata lei a presentarlo a Giorgia Meloni: «Lo conosco da 30 anni. Eravamo ragazzini, dirimpettai nello stesso palazzo a Talenti». Rachele dice che Anastasio ha frequentato suo padre Romano. Ma era amico anche di sua zia Edda Mussolini e di zio Vittorio: «Con la mail ha compiuto un imperdonabile errore. Ha fatto bene a dimettersi». Anche se Anastasio è «un genio nel suo campo! Si era inventato la raccomandata elettronica. E una bravissima persona».

«Rimettendoci di tasca sua»

Secondo Rachele Mussolini l’amico Claudio Anastasio si era gettato nell’avventura «dando tutto se stesso, rimettendoci di tasca sua». Perché «la società non era ancora avviata. Stava lavorando a titolo gratuito». Dice che “Claudio” non è un politico, non è fascista: «Guardi, è una persona aperta, open minded. Non mi so spiegare quello che è successo. Sono basita». Dice che Anastasio le ha spiegato di non aver realizzato la gravità della cosa. E che quelle che ha mandato erano comunicazioni private. Ma poi spiega che una mail al consiglio di amministrazione in effetti non lo è: «Se sei a capo di una società non c’è niente di privato». Anastasio «si è saputo rialzare dopo qualche rovescio», ma quello di ieri «è stato uno scivolone. E io ho subito condannato la sua uscita». Che però secondo la consigliera è un incidente passeggero: «Claudio non ha ucciso nessuno. Non si è appropriato di soldi pubblici. La polemica? Passerà».

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