Il ladro di biciclette che non lo era: additato su YouTube, il video viene rimosso

Un cliente di un bar definito ladro in un video da 559 mila visualizzazioni. Il Riesame gli dà ragione

In un’inchiesta della procura di Milano il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro preventivo di un video da 559 mila visualizzazioni su YouTube. Il sequestro era stato disposto dalla giudice delle indagini preliminari Stefania Donadeo. La storia, racconta oggi dal Corriere della Sera, coinvolge Gabriele Vagnato. Il video si chiamava: «L’inseguimento finale con il ladro che mi ha derubato — Dentro la testa di un ladro Pt.2». Vagnato si autodefinisce un noto influencer italiano e uno dei più famosi tiktoker del momento. Dichiara 4 milioni di followers e attualmente è inviato della trasmissione di Fiorello Viva Raidue. Sul suo canale YouTube definiva ladro un ignaro e incolpevole cliente di un bar. Che accusava di aver rubato la sua bicicletta lasciata incustodita in strada «per un esperimento sociale».


La decisione

Il passante era ben identificabile da chi lo conosceva per l’aspetto fisico e l’abbigliamento. Aveva chiesto a Vagnato un video di rettifica. Ma lui gli aveva risposto di no citando l’articolo 21 della Costituzione. E sostenendo di aver fatto tutto sotto la supervisione di un istituto forense e di criminologi esperti di parte. Argomenti ripetuti davanti al giudice dalla sua avvocata Rita Parentela. Il pm Francesco Cajani aveva spiegato che «non sussisteva (all’esito di un’indagine avente le pretese di esperimento sociale) alcun elemento» neppure indiziario per identificare nell’uomo buttato su YouTube il ladro di bici. Tanto che lo stesso Vagnato, richiesto dal pm di fornire prove, null’altro aveva saputo aggiungere. Ma la procura ha anche osservato che «a seguito della riforma dell’articolo 167 del Codice della Privacy non appare più configurabile (come invece in passato) la possibilità di sanzionare il trattamento illecito di dati personali effettuato attraverso l’indebita pubblicazione Internet di video a prescindere dal consenso dell’interessato. Il video sequestrato, con 559mila visualizzazioni, ha procurato 1.028 dollari di guadagni. Gli altri due (708mila e 376mila visualizzazioni) 1.352 e 1.250 dollari.


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