«I colossi del web rispettino le nostre regole». Sangiuliano (e Mogol) puntano il dito contro Meta dopo il mancato accordo sui diritti musicali

L’industria musicale e creativa compatta contro la decisione dell’azienda di Zuckerberg: «La nostra è una battaglia giusta»

«I colossi transnazionali del digitale devono rispettare l’identità e la sovranità legislativa degli Stati». Così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano punta il dito contro Meta, l’azienda-madre di Whatsapp, Facebook e Instagram che questa mattina ha comunicato il mancato accordo con Siae, la Società Italiana degli Autori ed Editori. Una notizia destinata ad avere ripercussioni su tutti gli utenti di Facebook e Instagram, dove non sarà più possibile usare brani del repertorio della Siae. «È sacrosanto difendere gli autori italiani e tutelare l’opera del loro ingegno, quella creatività che tanto valore ha nel mondo. Salvaguardare il frutto del lavoro autoriale è innanzitutto un principio etico, ancor prima che giuridico», ha commentato oggi Sangiuliano con una nota ufficiale. «L’indiscutibile libertà di mercato va esercitata all’interno di regole condivise e rispettate da tutti: è il fondamento di una convivenza pacifica e produttiva. La frontiera dell’innovazione non può e non deve essere il Far West del terzo millennio. L’oceano della rete va alimentato di contenuti di cui va riconosciuta la giusta retribuzione, altrimenti è destinato a diventare un Mar Morto sterile e senza vita», ha attaccato il ministro.


La rivolta contro Meta

Sangiuliano non è il solo a puntare il dito contro Meta. «Queste piattaforme guadagnano miliardi e sono restie a pagare qualcosa. Gli autori vivono grazie ai diritti d’autore e la nostra è una battaglia giusta che facciamo di difesa degli autori», ha attaccato Mogol, presidente della Siae. «La stessa minaccia di Meta l’aveva fatta tempo fa anche Google: poi l’accordo è stato trovato», ha ricordato lo storico autore musicale. Sulla stessa linea anche Enzo Mazza, amministratore delegato di Fimi, la Federazione dell’industria musicale: «La recente direttiva copyright ha stabilito regole molto precise per le licenze di musica online e pertanto ci auguriamo che Siae e Meta trovino presto un accordo nell’interesse del crescente mercato musicale in Italia e degli aventi diritto». L’industria creativa e musicale italiana, dunque, sembra schierarsi compatta in difesa della Siae. Con Paolo Franchini, presidente della Federazione editori musicali (Fem), che ha definito la decisione di Meta «un atto inaccettabile di discriminazione verso tutti gli autori e artisti italiani» e ha chiesto di riaprire le negoziazioni. «I contenuti creativi rappresentano la ricchezza culturale di un Paese, ma anche la ricchezza di tutte le piattaforme digitali – ha insistito il presidente di Fem -. Neanche la più difficile e aspra trattativa deve arrivare al punto di impedire alle persone di accedere ai contenuti e ai creatori di essere correttamente remunerati».


Foto di copertina: ANSA/CESARE ABBATE | Il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano (8 Marzo 2023)

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