Mogol nello staff di Sangiuliano, il neo consigliere del ministro stregato da Meloni: «La politica non mi interessa: lei sì»

«Cercheremo di fare il possibile per contribuire ad un miglioramento della produzione musicale», ha promesso il produttore

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha nominato Giulio Rapetti Mogol «consigliere per la cultura popolare». Una scelta che non mancherà di alimentare le convinzioni che da anni vogliono il paroliere, assieme al sodale storico Lucio Battisti vicini al mondo della destra. Per quanto di vero probabilmente c’è solo che il repertorio dei due ha spesso trovato grandi estimatori su quel fronte politico. All’Ansa, Mogol spiega di aver accettato l’incarico per la grande stima che nutre nei confronti della premier Giorgia Meloni, meno per le forze politiche in generale: «Non ho cambiato idea rispetto a quello che è il mio interesse verso la politica: non credo ai partiti ma alle persone, alle persone che dimostrano di essere fattive. Le mie idee si basano sulla valutazione di chi dice le cose che condivido». Allo stesso tempo, non nasconde l’approvazione nei confronti dell’operato della premier in carica: «Se mi chiede di Giorgia Meloni le rispondo che ne penso bene, che è una persona, una donna, volitiva e competente, studiosa e con la grinta giusta per portare avanti il compito che si è data». Rispetto al suo nuovo incarico, Mogol dimostra di avere idee ben precise: «Sono consigliere per la musica e dunque cercheremo di fare il possibile per contribuire ad un miglioramento della produzione. La mia idea è che è dalla cultura popolare che dipende l’accrescimento anche culturale delle persone: se la cultura popolare è evoluta, la gente che impara a memoria i testi delle canzoni, ha la possibilità di nutrirsi di concetti più elevati». Insomma, conclude Mogol, «la cosa principale non è inseguire la massa, rincorrere le visualizzazioni sui social, ma cercare la competenza, valutare il bello».


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