Alessandra Giudicessa, protagonista con la gemella Valentina di “Come un gatto in tangenziale” e del sequel “Ritorno a Coccia di Morto”, non ha mai presentato una dichiarazione dei redditi in 19 anni. Mentre per la sua partecipazione ai film avrebbe incassato appena 5 mila euro. Eppure ha acquistato due automobili e quattro polizze assicurative del valore di 115 mila euro. E questo perché, secondo il tribunale di Roma, «gli investimenti altro non sono che il frutto delle attività delittuose». A cui Giudicessa risulta dedita «in via continuativa». Per questo ieri è arrivato nei suoi confronti il sequestro di 110 mila euro di beni. Ovvero due auto e una delle polizze. La realtà, riepiloga oggi l’edizione romana di Repubblica, non è molto diversa dalla finzione cinematografica. Perché Giudicessa ha ricevuto condanne nel 2001, nel 2003 e nel 2013.
Socialmente pericolosa
Nel dicembre 2018 il fermo mentre rubava in un negozio in viale Europa insieme a Valentina. Avevano 18 articoli nascosti sotto le gonne. Per un controvalore superiore a 4 mila euro. A luglio un altro furto in via Marmorata a Testaccio. Nel 2019 la dichiarazione del tribunale: è «socialmente pericolosa». Nel 2021 il ripensamento dei giudici. Poco dopo un’altra condanna, stavolta in appello. E nel 2022 la denuncia con il compagno Nicola Bifumo. A carico delle due sorelle anche un furto di occhiali da sole del valore di 250 euro. Già nel 2019 Giudicessa era stata sottoposta a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, poi revocata anticipatamente nel 2021. Dagli ulteriori accertamenti svolti dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma è emersa però una nuova denuncia effettuata nel 2022 a carico dell’attrice e del marito per un’ipotesi di ricettazione.
I redditi
Le indagini hanno poi consentito di individuare i beni dell’attrice, in misura del tutto sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati dal suo nucleo familiare. I finanzieri non riescono a capire come abbia fatto Giudicessa a comprare una Golf Volkswagen nuova del valore di 25 mila euro e una Fiat 500 usata da 10 mila. Nel rapporto emerge la «palese sproporzione con i redditi percepiti in modo saltuario e comunque modesti». E i magistrati fanno notare che anche il compagno, «nello stesso periodo di valutazione … risulta aver acquistato… un motociclo T-max e due vetture». «Si tratta di beni acquistati con finanziamenti», risponde l’avvocato Giovanni Belcastro, che difende la donna.
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