Treviso, vince 2 milioni con un Gratta e vinci da 10 euro. Il bar lo scopre due mesi dopo: «Nemmeno un grazie»

La famiglia Bonora, che gestisce il Caffè Lotto, racconta al Corriere del Veneto: «Non serviva passare di persona, ma ci sarebbe piaciuto ricevere almeno una chiamata anonima»

Un biglietto che costa 10 euro, quello del Mega miliardario. E una sola possibilità su 7 milioni e 800 mila di vincere il premio da 2 milioni di euro. Ed è proprio suo il tagliando fortunato ma, per lungo tempo, la notizia rimane sepolta. Spesso accade che i vincitori di grandi somme mantengono il riserbo, ma quantomeno gli esercenti dove è stato staccato il tagliando fortunato festeggiano, organizzano brindisi, appongono fogli celebrativi. Invece, quanto successo al Caffè Lotto di Treviso, è piuttosto singolare. «Stavamo spulciando le statistiche di vincita e ci è saltata agli occhi questa cifra enorme. La conferma ci è arrivata solo dopo le verifiche dell’ente, quando Gratta e vinci ci ha spedito la targa con scritto “Vinti qui 2 milioni di euro”. A noi risulta che il misterioso vincitore abbia incassato lo scorso 25 gennaio. È probabile che abbia comprato il biglietto molto tempo prima, tanta gente fa così e poi lo gratta dopo qualche giorno». A raccontarlo al Corriere del Veneto è Denis Bonora, della famiglia titolare della ricevitoria. Ci sono voluti un paio di mesi prima che il bar venisse a conoscenza della vittoria registrata grazie a uno dei propri biglietti.


La famiglia Bonora lamenta la mancata gratitudine del vincitore: non si è fatto vivo in ricevitoria, ma è andato direttamente in banca a incassare la somma – tassata per il 20% dallo Stato – di 1 milione e 600 mila euro netti. «In passato i nostri clienti hanno vinto nel nostro locale premi da 10 mila euro. Prima di questa vincita milionaria l’incasso più alto era stato 22 mila euro. Siamo una ricevitoria abbastanza fortunata, i premi da da 500 o 1.000 euro sono all’ordine del giorno», continua Denis Bonora. «È un peccato non sapere chi sia il fortunato – afferma suo fratello, Christian -. Non serviva passare di persona, ma ci sarebbe piaciuto ricevere almeno una chiamata anonima. Un semplice “grazie” al negozio che ti ha fatto vincere così tanti soldi. Non sappiamo perché nessuno si sia palesato, ma è chiaro che si tratta di qualcuno di passaggio, che si è fermato a comprare un biglietto. Se fosse un nostro cliente abituale lo sapremmo».


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