Giletti, la vita sotto scorta per le minacce mafiose: «Ho uno scoop sui festini vip a cui andava Messina Denaro»

Il conduttore di Non è l’Arena ricorda di ritrovarsi sotto protezione anche dopo che l’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede decise di «mandare a casa boss mafiosi per il Covid»

Nella puntata di Non è l’Arena su La7, Massimo Giletti ha anticipato che ci sarà un’importante rivelazione a proposito dei «festini che avvenivano in una villa a Palermo a cui partecipavano politici, imprenditori, il gotha palermitano e ogni tanto anche Matteo Messina Denaro». Intervistato a L’attimo fuggente su Giornale Radio da Luca Telese e Giuliano Guida, il conduttore ha raccontato quanto sia diventata sempre più complicata la sua vita dopo le inchieste soprattutto sulla mafia che ha deciso di portare avanti: «Sono sempre più duramente sotto scorta… ho ricevuto lettere di minacce, ma non ho mai esistito ad andare oltre, anche quando ero alla Rai». Giletti racconta la sua vita sotto scorta, dopo avere «toccato l’assurdità di un ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede del governo Conte, che decise di mandare a casa i boss della mafia per il Covid. Ora, se tu vuoi liberare le carceri, mandi a casa chi ha rubato quattro galline in un supermercato, chi ha una condanna per spaccio o qualcos’altro di bagatellare. Ma non certo scarcero i numeri uno, quelli importanti legati alla camorra, alla ‘ndrangheta, alla mafia». Nonostante le minacce, Giletti spiega di non aver mai voluto fare un passo indietro, anche all’epoca in cui conduceva il suo programma su Rai1: «Anzi, ricordo che mi sorprese il procuratore di Caltanissetta, Lari. Quando io venni costretto ad andar via dalla Rai, fece una dichiarazione dicendo “Io credo che Massimo Giletti sia stato allontanato dalla Rai perché faceva ascoltare a quattro milioni di spettatori, problemi della mafia, alle due di pomeriggio, nel giorno più importante della settimana, la domenica”! Allora non credevo che questo fosse vero, oggi, forse, sì. Mi ero occupato di tante cose e forse qualcuno ha dimenticato che da solo feci uno speciale sulla morte di don Puglisi, un sabato sera, su Rai Uno, portando il pentito che uccise don Puglisi a Brancaccio. Quella sera avevo intorno una marea di uomini con fucili sui tetti. Non posso dimenticare quella notte».


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