La preside del Marco Polo di Venezia: «Vi spiego perché scegliersi il nome aiuta gli studenti transgender»

Maria Rosaria Cesari, dirigente scolastica della scuola di Venezia: è una questione di rispetto

Maria Rosaria Cesari, dirigente scolastica del liceo Marco Polo di Venezia, 62 anni, non ha intenzione di fare un passo indietro sulle carriere alias. Anche se la sezione locale di Fratelli d’Italia lo ha chiesto. E in un’intervista a Repubblica la preside spiega perché: «Noi, e intendo docenti, genitori e studenti, ci siamo dotati dello strumento della carriera alias contro ogni discriminazione. È una questione di rispetto, perché la scuola dev’essere inclusiva. Il patto tra scuola e famiglia si basa anche su questo. Io mi aspetto che al ministero facciano le stesse riflessioni». Per Cesari si tratta di «una questione di tutela della dignità delle persone. Chi viene qui sa che può dichiarare apertamente di sentire l’appartenenza a un genere diverso, rispetto a quello anagrafico».


Le 6 carriere alias al Marco Polo di Venezia

La dirigente scolastica spiega che aveva le sue idee sulla questione. Ma anche che le ha cambiate dopo il confronto con gli studenti. «Abbiamo 1050 studenti, ci sono 6 carriere alias. Ci sono altre ragazze e ragazzi che non chiedono l’attivazione formale, ma vivono questa loro identità di genere in maniera libera e chiara. Ciò che mi preme di far capire è che non c’è nessuna sostituzione di persona, come vogliono far credere i delegati di FdI e le associazioni pro vita. Non c’è nessuna sostituzione di persona. Nel registro elettronico c’è il nome elettivo e non quello anagrafico, ma tutti gli atti esterni riportano il nome anagrafico. La carriera alias è in realtà un accordo di riservatezza tra la famiglia, la scuola e lo studente o la studentessa. Non toglie diritti a nessuno, semmai ne aggiunge». Dice di aver già ricevuto una diffida da alcune associazioni pro-vita. «Nessun partito può entrare a gamba tesa nelle questioni scolastiche», aggiunge.


La manovra sulla scuola

Infine, conclude Cesari, pensa di aver «percepito un’intrusione nelle libere determinazioni della scuola. Ed è la prima volta che io avverto da quando sono preside. Certo, visto che il regolamento esiste dal 2021 mi chiedo come mai la rappresaglia arrivi solo ora. Qualcuno potrebbe fare un collegamento con il risultato delle elezioni ma a me questo aspetto non interessa». Mentre adesso resisterà: «So che i docenti stanno preparando un documento, su cui raccoglieranno le firme. Qua facciamo squadra. Vogliamo difendere l’autonomia della della scuola, contro qualsiasi ingerenza. Questo non è negoziabile. Noi resistiamo».

Leggi anche: