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Alta tensione in Francia alla vigilia del Consiglio costituzionale sulle pensioni, a Parigi assaltata la sede di Louis Vuitton: «Qui ci sono ancora soldi» – Il video

Domani i giudici si pronunceranno sulla legittimità del progetto di legge che aumenta l'età pensionistica da 62 a 64 anni

A quasi un mese dall’approvazione della riforma sulle pensioni, la Francia torna ancora una volta in piazza per la dodicesima giornata di proteste contro il presidente Emmanuel Macron. Una protesta che cade alla vigilia del pronunciamento della Consiglio costituzionale, chiamata a esprimersi sulla legittimità del contestato progetto di legge per aumentare l’età pensionistica da 62 a 64 anni. Rispetto a qualche mese fa, il numero complessivo dei manifestanti è diminuito. I sindacati, però, promettono battaglia e annunciano una protesta a oltranza anche nelle prossime settimane. A Parigi, un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nella sede di Lvmh – un gruppo che opera nell’alta moda e controlla marchi come Louis Vuitton, Sephora e Dior – al grido di «Ci sono ancora soldi nelle casse dei datori di lavoro». A Narbona, già questa mattina, i manifestanti hanno invaso la ferrovia bloccando il traffico dei treni in direzione Perpignano, Carcassonne e Béziers. Mentre a Caen, Brest e Rennes ci sono stati diversi blocchi stradali.

A Parigi, stando ai sindacati, la manifestazione ha coinvolto circa 400mila persone. Il corteo è partito alle 14 da Place de l’Opéra e ha visto alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine, che hanno lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti. Secondo BFMTV, il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha chiesto il divieto da questa sera di manifestazioni in prossimità del Consiglio costituzionale, la cui decisione sulla riforma delle pensioni è attesa per domani pomeriggio. Secondo l’Istituto francese dell’opinione pubblica, si attesterebbe intorno al 62% la percentuale di francesi che appoggia le proteste sociali. Undici punti in più rispetto al 13 gennaio, giorno delle prime manifestazioni di piazza. Durante la visita di Stato nei Paesi Bassi, il presidente Macron si è detto disponibile a un «colloquio con le parti sociali», ma ha anche ribadito che la decisione di domani «chiuderà un cammino democratico e costituzionale».

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