I Pinguini Tattici Nucleari in cattedra all’Università di Bari dai primi passi al successo, il rettore-fan: «Apprezzo i loro testi dagli esordi» – Il video

Al laboratorio degli studenti del Dams barese, Riccardo Zanotti ed Elio Biffi raccontano i loro esordi proprio all’università e come hanno raggiunto il successo dimostrato anche dalla folla che li ha accolti nel capoluogo pugliese

Centinaia di studenti del corso Dams dell’Università di Bari hanno affollato la sala dell’AncheCinema per due docenti d’eccezione, i componenti dei Pinguini Tattici Nucleari Riccardo Zanotti ed Elio Biffi. I due hanno raccontato come la loro formazione culturale li abbia portati poi a intraprendere la carriera nel mondo musicale proprio all’università. Un laboratorio un po’ alternativo, con tanto di karaoke dei brani più famosi della band bergamasca e striscioni a loro dedicati dai diversi fan tra gli studenti baresi. «Il nostro è un progetto corale – dice Biffi – con sei musicisti che danno vita ai nostri concerti. E già questa è una cosa che va fuori dal tempo e una delle chiavi che ha permesso a noi e non ad altri di avere la visibilità e lo spazio che abbiamo avuto». Ai ragazzi che hanno chiesto qual è tra gli altri il segreto del loro successo, i due musicisti rispondono senza dubbi: «Quello di cui cantiamo è sempre derivato da un’esperienza, una citazione di un episodio che ha coinvolto almeno uno di noi. Scriviamo di cose che ci piacciono e si costruisce una costellazione di punti e luoghi comuni tra noi e chi fruisce della nostra musica. È come abitare tutti insieme nello stesso momento». Un apprezzamento per i loro testi arriva anche dal rettore di Uniba, Stefano Bronzini che si dice fan della prima ora: «Li apprezzo fin dall’inizio della loro carriera, hanno una notevole intelligenza, sono un buon viatico per gli studenti, presenti e futuri». Proprio sui primi passi, i due musicisti raccontano: «Il nostro impegno è stato nel semplificare il linguaggio senza snaturarci. Veniamo tutti dal prog, quindi non è stato immediato, ma abbiamo capito che dovevamo arrivare a chi ci ascolta in maniera più diretta, senza però perdere la nostra personalità, perché il pubblico lo percepisce».


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