Fuoriuscite dal Pd, Chinnici nel limbo. Forza Italia, da Bruxelles, frena: «Nessuna trattativa»

Tre ipotesi sul perché la conferma ufficiale del passaggio dell’eurodeputata sta tardando. Passaggio che potrebbe saltare se…

La decisione viene presa a Bruxelles, ma le garanzie arrivano dalla Sicilia. L’addio di Caterina Chinnici, dato per certo già ieri, 26 aprile, pare sia stato benedetto da Renato Schifani. Il presidente della Regione di Forza Italia, sfidato proprio dalla candidata Dem Chinnici alle passate elezioni, avrebbe mosso i fili dell’operazione, così come per il passaggio di Giancarlo Cancelleri dal Movimento 5 stelle alla corte berlusconiana. Ieri entrambi i partiti, off the record, davano per certo il trasferimento in azzurro della figlia del magistrato che inventò il pool antimafia. Oggi Fulvio Martusciello, capo delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, smentisce: «Nessuna trattativa è in corso». Dal Nazareno, anche la senatrice Simona Malpezzi si dice all’oscuro: «Non ne so nulla, ma se accadesse sarebbe una cosa bruttissima». Superlativo azzeccato, anche perché l’eventuale cambio di casacca avverrebbe a poche ore di distanza dall’addio di Enrico Borghi. Il senatore ha lasciato il partito di Elly Schlein per seguire Matteo Renzi in Italia Viva. E se le fuoriuscite di Giuseppe Fioroni e Andrea Marcucci, dopo la sconfitta di Stefano Bonaccini alle primarie, non influivano sui gruppi parlamentari, la perdita di un senatore e di un’eurodeputata potrebbe essere il segnale che Schlein non stia riuscendo in uno dei suoi obiettivi annunciati, ovvero di tutelare le differenti sensibilità presenti nel Pd.


Appena si è diffusa la notizia di Chinnici, nelle chat dove i vari esponenti Dem interagiscono con staff e sostenitori più stretti hanno iniziato a circolare alcune possibili spiegazioni. Un dirigente Dem a Open: «È una cazzata quella che sarebbe insoddisfatta della leadership di Schlein, è stato stretto un accordo in Sicilia». Di cosa si tratterebbe? «Chinnici temeva di non essere ricandidata alle Europee del prossimo anno». Così, seguendo il filo del discorso, avrebbe scelto di passare con i forzisti per avere un posto nelle liste del 2024. «Le avranno promesso qualcosa. Stando in Europa, il partito non lo vivi, dubito che la scelta sia dovuta a un malcontento per la gestione nazionale o territoriale, in Sicilia». Una fonte di Bruxelles, nel Pd da lungo tempo, afferma disillusa: «Il tema, alla fine, è sempre quello. Come avere una buona candidatura alla prossima tornata». Nella Palermo di Chinnici, a inizio aprile, Schlein ha registrato un altro abbandono, passato sotto traccia sulle cronache nazionali. Carmelo Miceli, ex deputato e oggi consigliere comunale, ha lasciato il Pd per andare nel gruppo Misto: «Dopo l’ultimo congresso, il partito ha dimenticato di essere anche la casa dei cattolici e dei moderati».


Le tre ipotesi sullo stop delle ultime ore

Un refrain, quello della deriva a sinistra, che non convince nemmeno i forzisti, possibili beneficiari dell’ingresso di Chinnici nelle loro file. «Se dopo qualche mese dalle elezioni regionali la tua candidata presidente fa un cambio di partito così radicale, è un problema serio». Non è il passaggio di un semplice parlamentare, ma del candidato presidente sul quale il Pd ha investito per la campagna elettorale. Secondo quanto racconta un esponente di Forza Italia, Schlein potrebbe aver schivato quest’altro colpo, a poche ore dall’addio di Borghi, dando rassicurazioni a Chinnici sulle prossime Europee. «Magari le ha promesso il posto da capolista nella circoscrizione Italia insulare». Se la trattativa fosse saltata perché Chinnici è stata convinta a restare nei Dem, il freno odierno posto da Martusciello troverebbe una sua spiegazione. «Oppure Martusciello nega perché il passaggio lo sta gestendo Schifani con Marcello Caruso, il nuovo coordinatore azzurro per la Sicilia». La terza ipotesi, «meno probabile ma non è da escludere», è che si voglia aspettare la manifestazione nazionale di Forza Italia, il 5 e il 6 maggio a Milano, «per annunciare il rientro di Chinnici nell’area di centrodestra». Si parla di «rientro» poiché Chinnici ha iniziato la sua carriera politica nel 2009 come assessora nella giunta di Raffaele Lombardo, di centrodestra. Il passaggio formale con il Pd lo ha fatto solo nel 2014, con la candidatura come capolista all’Europee.

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