Dopo la telefonata con Zelensky il Cremlino frena Xi: «Quando è stato qui a Mosca non ha mai parlato di integrità dell’Ucraina»

Il portavoce di Mosca Peskov smentisce anche il presunto attentato ucraino a Putin: «Invenzioni della stampa scandalistica»

Il giorno dopo la telefonata del presidente cinese Xi Jinping al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, la prima dall’inizio della guerra – definita «significativa» da Kiev – al Cremlino si lavora di ago e filo per tenere insieme la consueta linea dura contro il Paese nemico con la necessità di prendere atto del cambiamento di toni (perlomeno apparente) del grande alleato-protettore. «Il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale è la base politica delle relazioni Cina-Ucraina», aveva detto ieri Xi a Zelensky, affermazione di principio tutt’altro che scontata mentre l’alleato di Mosca è impegnato da quattordici mesi (meglio, dal 2014) a strappare con la forza pezzi di territorio all’Ucraina. Un’annotazione accolta con grande soddisfazione a Kiev, che ha deciso subito dopo di tornare ad inviare un ambasciatore a Pechino dopo oltre due anni. Stamattina il Cremlino corre ai ripari, provando a sbarrare la strada a un riavvicinamento tra Cina e Ucraina. «Durante la sua visita del mese scorso a Mosca, il presidente cinese Xi Jinping non ha discusso con quello russo Vladimir Putin di un ritorno dell’Ucraina alla piena sovranità sul suo territorio nei confini del 1991», ha ricordato polemicamente il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe. Ma in un mese, evidentemente, qualcosa è cambiato – complici forse anche i ferventi colloqui internazionali per trovare una via d’uscita allo stallo russo-ucraino, a cominciare dalla visita di Macron e von der Leyen a Pechino delle scorse settimane. Peskov fa comunque fa buon viso a cattivo gioco e gioca ancora con le parole: «Siamo pronti ad accogliere tutto quello che può avvicinare la fine del conflitto in Ucraina e il raggiungimento da parte della Russia di tutti gli obiettivi prefissati». Tradotto: per Mosca la guerra può finire anche domani. A patto che l’Ucraina capitoli. Non esattamente un realistico progetto di pace.


Smentito il tentato attacco ucraino a Putin

Peskov ha poi smentito la ricostruzione del giornale tedesco Bild, diffusa ieri sera, di un presunto attentato a Putin tentato domenica scorsa dai servizi segreti ucraini tramite un drone. «Non siamo a conoscenza di queste pubblicazioni. Ci sono tante invenzioni da stampa scandalistica come questa. Non c’è ragione di andare a leggere tutte queste cose», ha tagliato corto il portavoce del Cremlino.


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