Istat, a marzo +22mila occupati. Il tasso di disoccupazione cala al 7,8%, ma il lavoro femminile è ancora al 51,6%

Il numero dei disoccupati torna sotto i due milioni. Le persone in cerca di lavoro sono 1.980.000. Resta il divario tra occupazione maschile e femminile

Per il terzo mese consecutivo l’occupazione in Italia continua a crescere. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat relativi al mese di marzo emerge che il numero complessivo degli occupati in Italia è pari a 23.349.000 persone. Un numero in crescita di 22mila unità rispetto a febbraio 2023, mentre rispetto allo stesso periodo del 2022 il numero degli occupati risulta essere aumentato di 297mila unità. Il numero dei disoccupati in Italia torna dunque sotto i due milioni: le persone in cerca di lavoro sono 1.980.000, il numero più basso registrato dal novembre 2022 quando si attestavano a 1.975.00 unità. Il tasso di disoccupazione totale scende di 0,1%, attestandosi al 7,8%, mentre quello giovanile è pari al 22,3%, con un calo di 0,1 punti percentuali. Quanto invece al tasso di occupazione il dato resta stabile al 60,9%, crescendo del 0,9% su base annuale. Dai dati Istat emerge il divario tra occupazione maschile e femminile: il tasso di occupazione per gli uomini si attesta al 70,1%, mentre per le donne si è fermi al 51,6%. Rispetto al primo semestre del 2022, i dati del periodo gennaio-marzo del 2023, mostrano un incremento nel numero di occupati dello 0,4%, ossia 90mila persone in più. Questo dato è legato al fatto che è aumentato il numero delle persone in cerca di lavoro (+0,6%, ossia +12mila unità), mentre si è ridotto il numero degli inattivi (-1,0%, ossia -125mila unità). Rispetto a marzo 2022, è diminuito sia il numero di persone in cerca di lavoro (-5,1%, pari a -106mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -281mila). Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni, come spiega l’Istat, «è sintesi della crescita tra gli uomini e tra chi ha 50 anni o più, e della diminuzione tra le donne, i 15-24enni e i 35-49enni. Il tasso di inattività rimane invariato al 33,8%».


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