Istat, l’inflazione in Italia torna a salire: ad aprile +8,3%. Cresce anche nell’Eurozona con il 7%

La curva del tasso di inflazione è cresciuta in primis a causa dell’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati

L’inflazione torna a crescere. A registrare l’aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo è l’Istat: al lordo dei tabacchi, ad aprile si segnala un curva in salita del +0,5% su base mensile. La percentuale su base annua sale invece del +8,3% (+ 7,6% il mese precedente). Secondo l’istituto di statistica la curva del tasso di inflazione è cresciuta in primis a causa dell’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati: da +18,9% a +26,7%. Secondo gli ultimi dati raccolti per il mese di aprile alimentari, tabacco e alcolici si sono confermati la principale componente a guidare l’andamento dell’inflazione, sebbene l’incremento dei prezzi nel comparto sia sceso al 13,6% rispetto al 15,5% di marzo. Seguono i beni industriali non energetici (6,2%, rispetto al 6,6% a marzo), e i servizi (5,2%, rispetto al 5,1% di marzo). La crescita registrata in Italia nel mese di aprile trova riscontro anche nell’Eurozona dove il tasso di inflazione è tornato a salire toccando quota 7%. Un rialzo lieve rispetto al 6,9% registrato a marzo. I dati arrivando dall’Eurostat nella sua prima stima flash. Si tratta del primo rialzo dopo la discesa cominciata nel novembre scorso.


Cresce l’inflazione ma rallenta «il carrello della spesa»

La diminuzione dei prezzi degli energetici regolamentati, il rallentamento dei costi degli alimentari lavorati, dei servizi relativi all’abitazione e ai trasporti non è stata sufficiente per contrastare gli effetti dell’aumento parallelo di altri costi. Istat spiega come la crescita dell’indice generale si deve principalmente «all’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti e degli energetici non regolamentati (entrambi a +2,4%), degli alimentari lavorati (+1,1%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9%) e dei beni non durevoli (+0,6%)». Se da una parte l’inflazione cresce dall’altra diminuisce quello che Stata chiama «il carrello della spesa»,e cioè il sotto indice che include i beni a più alta frequenza d’acquisto come alimentari, per la cura della casa e della persona, costa oggi il 12,1% in più di un anno fa ma rallenta rispetto al +12,6% di marzo.  


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