La famiglia di Andrea Papi annuncia querele contro gli haters, gli insulti per l’abbattimento di Jj4: «È lui la vittima: lo uccidono di nuovo»

Sono intenzionati a isolare ogni commento di insulti i famigliari del runner ucciso dall’orsa contro i «leoni da tastiera»

Tanti, troppi i commenti offensivi fin qui sopportati dalla famiglia di Andrea Papi, il runner di 26 anni ucciso dall’orsa Jj4 lo scorso aprile mentre rientrava a casa attraverso i boschi di Caldes, in Trentino. Ora i famigliari del ragazzo hanno deciso di non restare più a guardare davanti al fiume di attacchi e insinuazioni contro il 26enne, troppo spesso tirato in ballo secondo la famiglia a sproposito nel dibattito sull’abbattimento dell’orsa. I famigliari di Papi sono intenzionati quindi a querelare gli hater «a tutela della verità e della memoria di Andrea», scrivono in una nota in cui si dicono affranti «nel dolore per la sua perdita, che oggi pare essere solo oggetto di una sterile discussione e non vittima». I continui insulti al ragazzo ucciso dall’orsa per la famiglia è un «secondo dolore» per tutti quei commenti «aggressivi, sconsiderati, denigratori della memoria di Andrea», che così secondo i genitori, sua sorella e la sua fidanzata «muore una seconda volta, vittima ora non tanto dell’orso ma dei leoni da tastiera». I famigliari di Papi promettono battaglia, andando a querelare commento per commento pubblicato sui social «da coloro che, senza rispetto alcuno per la memoria di Andrea, lo descrivono nei modi più beceri. La famiglia Papi, che ama gli animali e la natura, ha sempre chiesto rispetto e giustizia per sé e per Andrea». Più volte la famiglia di Papi ci ha tenuto a chiarire la propria posizione sull’abbattimento dell’orsa, spiegando che più che l’animale di per sé è stato il piano malvestito di ripopolamento degli orsi a rendere il loro famigliare una vittima. Per questo nella nota prendono le distanze da chi «estremizza l’esigenza di tutela degli animali a discapito del rispetto per la vita umana, strumentalizzando le loro dichiarazioni e colpevolizzando il comportamento di Andrea».


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