Musumeci: «Tutti i fiumi dell’Emilia-Romagna hanno tracimato». Senza energia 50 mila persone, 100 mila scollegate dalla rete cellulare

Nella conferenza stampa, il ministro per la Protezione civile ha snocciolato i dati dell’emergenza in corso

Gli esperti prevedono che, dalle prime ore del pomeriggio, ci sarà una riduzione della piovosità. Sarebbe il primo spiraglio nell’emergenza maltempo che ha colpito diverse aree della regione Emilia-Romagna. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, il 17 maggio, ha partecipato a una conferenza stampa per fare il punto della situazione. I dati portati dall’esponente del governo Meloni sono tragici. La media dell’acqua caduta in 36 ore è di 200 millimetri, in alcune zone arrivata anche a 500 millimetri. I Comuni allagati sono 24 e tutti i fiumi dell’Emilia-Romagna hanno registrato la tracimazione, e quindi hanno sfiancato l’arginatura determinando l’esondazione. «Lo scenario è molto critico», afferma il ministro. «Sono cinque le vittime accertate, forse una sesta in provincia di Ravenna, ma non c’è ufficialità». Non vuole parlare di persone ritenute disperse: «Non avanziamo numeri con l’auspicio che si possa trattare di un falso allarme». Intanto, 100 mila cittadini sono scollegati dalla rete cellulare, per 10 mila è inservibile il telefono fisso e 50 mila utenti non hanno più accesso all’energia elettrica. «Il traffico ferroviario regionale dell’Emilia-Romagna è tutto bloccato, mentre continua invece a funzionare il traffico sulle tratte nazionali e quello sull’alta velocità», aggiunge Musumeci, anche se ci sono forti rallentamenti e una decina di corse è stata cancellata. L’autostrada A14 risulta chiusa solo in alcuni tratti. Nessuna criticità per il sistema delle dighe, circa 14 quelle interessate. Gli sfollati nel Ravennate, al momento, superano i 4 mila.


La macchina dei soccorsi vede in campo 700 unità dei Vigili del fuoco, 300 unità della Polizia di Stato, con l’ausilio dei sommozzatori, 915 Carabinieri, 220 unità della Croce rossa, 100 del soccorso alpino e quasi 500 volontari della Protezione civile. «Si interviene con 150 mezzi attrezzati per il rischio acquatico. C’è un concorso interforze per la flotta aerea, con elicotteri, gommoni con i palombari», spiega il ministro. Che annuncia un ampliamento dello stato di emergenza nel prossimo Consiglio dei ministri. «No, non era evitabile, contro la natura non possiamo intervenire. Il rischio zero non esiste. In alcune circostanze si può ridurre l’effetto del danno con una seria e corretta manutenzione, perché l’acqua quando arriva abbondante ha bisogno di trovare la strada libera. Se no se la libera da sola, e sono guai», ragiona Musumeci. «Serve un approccio nuovo dal punto di vista del sistema idraulico su tutto il territorio nazionale. Quello che è accaduto in Emilia Romagna era già accaduto ad Ischia e potrà accadere in tutte le altre zone del Paese. Se abbiamo immaginato una rete di distribuzione di acque piovane in un centro abitato capace di assorbire 1.000 millimetri in 12 mesi dobbiamo adesso pensare ad un sistema di raccolta d’acqua che dovrà assorbire 500 millimetri in 48 ore. Ci vuole un approccio ingegneristico diverso, nulla sarà più come prima, il processo di tropicalizzazione ha raggiunto anche l’Italia».


Il video integrale della conferenza stampa

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