È scossa, ma in buone condizioni Ilaria De Rosa, la giovane hostess trevigiana agli arresti da settimane, con accuse tutte da verificare, a Gedda, in Arabia Saudita. Oggi la donna ha potuto incontrare il console generale d’Italia, che le ha fatto visite in carcere. La hostess della compagnia Avon Express risulta ufficialmente “scomparsa” dal 4 maggio, giorno in cui è stata arrestata con le accuse di detenzione e spaccio internazionale di stupefacenti. Nel colloquio di oggi, dopo aver assicurato al console di stare bene, De Rosa si è dichiarata totalmente innocente e ha detto di non capire bene le ragioni della sua detenzione. I funzionari italiani hanno provato innanzitutto a tranquillizzarla, portandole l’affetto della famiglia e informandola che sulla vicenda è in corso un importante lavoro diplomatico. Nel corso dell’incontro, apprende l’Ansa, la donna avrebbe poi raccontato con maggiori dettagli la dinamica che ha portato al suo arresto.
Sembra che la giovane si trovasse con altre persone a casa di un amico per una cena. Più precisamente, nel giardino di una villa. A un certo punto, ha raccontato De Rosa ai funzionari italiani, sarebbero stati improvvisamente circondati da una decina di persone, in borghese ma armate, che li avrebbero fermati e perquisiti. La giovane ha precisato anche di essere stata l’unica donna a subire un trattamento piuttosto invadente, probabilmente, ricostruisce, perché era l’unica donna non araba. In un primo momento, De Rosa ha pensato che si trattasse di una rapina. Si sarebbe resa conto della reale situazione e della sua gravità, ossia di essere stata arrestata, solo dopo essere stata portata in una stazione di polizia. E soltanto dopo cinque giorni sarebbe stata lì interrogata – in inglese.
De Rosa ha riferito ancora al console italiano di aver negato fin da subito di aver consumato sostanze stupefacenti o bevante alcoliche. Ai funzionari italiani la hostess avrebbe anche rivelato di aver firmato, al termine dell’interrogatorio, un non precisato documento in arabo di cui però ignora il contenuto. Al termine dell’incontro con la giovane trevigiana, il consolato ha raccomandato l’assistenza di alcuni avvocati locali, per i quali sarebbe già stato firmato l’affidamento dell’incarico.
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