Chi è Bruna, la donna transgender aggredita a Milano: «Denuncerò tutto anche se ho paura»

Le amiche: non ha mai fatto male a nessuno, solo a sé stessa

Bruna vive in Italia da almeno 29 anni. Dice di essere arrivata da Fortaleza in Brasile e di averne 42, compiuti ieri. A Milano, nel quadrilatero tra via Padova, via Arquà, via Mosso e via Giacosa la conoscono in tanti. E in zona la 42enne picchiata dai vigili urbani la conoscono tutti. Sostiene di essere venuta in Italia perché in Brasile «c’è meno tolleranza per la gente come me. Qui cercavo più libertà». Nessuno parla male di lei nel quartiere: «È sempre molto agitata, un po’ loca. La chiamiamo così ogni tanto», dice un’altra persona transgender della zona all’edizione milanese di Repubblica. «Non posso dire che siamo amiche ma la vedo tutti i giorni ed è una brava persona. Solo beve tanto, fuma parecchio, è sempre in giro, se aspetti un po’ la vedi spuntare sicuramente».


I precedenti

La sua storia ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte della procura. Secondo i vigili lei «scalciava e picchiava». Ma nel rapporto al Comando non c’è una parola su spray e bastonate. Lei ha smentito di essersi denudata e ha aggiunto di aver preso botte anche nell’auto dei Ghisa. La sua amica assicura: «Non l’ho mai vista far del male a nessuno. Solo a sé stessa. Fa casini, urla, si altera. Ma non è una cattiva persona». I commercianti di zona dicono che prima stava sempre nel parchetto di via Mosso, ora ha cambiato giro. «Sta con le sue amiche brasiliane, sono innocue», raccontano. Lei invece dice che ogni tanto se ne torna in Brasile: «Ho la mia famiglia lì ma li vedo di rado. Qui non mi sono mai legata a nessuno. È complicato». Bruna ha almeno due precedenti per resistenza a pubblico ufficiale. Nel luglio 2019 durante un controllo dei carabinieri è finita davanti al giudice per un processo per direttissima. Un altro è più recente.


«Denuncerò»

Qualche anno fa ha avuto un incidente che le ha lasciato una cicatrice: «Sono stata dallo psicologo per anni per avere un aiuto, è stato un brutto momento», racconta. Le sue amiche confermano: «È per quello che basta poco per farla alterare, non sente gli odori, regge poco l’alcol e tutto il resto, non riesce a darsi dei limiti. Ma è fatta così, è una buona, un po’ matta ma non fa male a nessuno». Le due amiche Monique e Michelle dicono che «non è una vita facile quella di noi transessuali- Dobbiamo stare attente, nessuno ci difende, nessuno bada a noi. Ci è capitato di avere dei trattamenti brutti da alcuni agenti, ma non sono tutti così». Proprio Bruna promette che non si fermerà: «Si vede subito dalle persone se sono buone o cattive e gli agenti che mi hanno picchiato avevo capito che volevano farlo, uno ci provava gusto nel farlo. La vita di strada è pericolosa ma sto attenta non preoccuparti. Denuncerò quanto mi è accaduto, ho paura perché sono sola e qualcuno può venire a cercarmi. Ma parlarne mi ha dato la forza di farlo perché è giusto e serve giustizia».

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