Il 15enne si trovava a bordo dell'autobus che ieri si è ribaltato ed è finito in una scarpata
Se il bilancio della tragedia che ha convolto ieri una ventina di studenti tra Pontremoli e Zeri, in Toscana, è stato meno grave di quanto si pensasse, il merito è anche di Francesco, 15 anni. Il ragazzo si trovava a bordo dell’autobus che si è ribaltato ed è precipitato in una scarpata profonda oltre 70 metri. All’indomani dell’incidente, è lui a raccontare al Secolo XIX gli istanti più drammatici di quel viaggio: «Quando il bus è uscito di strada ci siamo subito molto spaventati. Io mi sono aggrappato ad un ferro che ho trovato sotto il sedile. Il bus cadeva e poi si fermava. Poi riprendeva a rotolare ma io non ho mai mollato il ferro», ricorda Francesco mentre si trova ancora nella sala d’aspetto dell’ospedale di Pontremoli insieme ad alcuni compagni. A quel punto, quando l’autobus finalmente si ferma, arriva il gesto eroico: « Io stavo bene – prosegue il ragazzo – ma mi sono guardato attorno e ho visto una mia amica sdraiata. Aveva la lingua fuori dalla bocca e ho cercato di aiutarla. Poi mi è scattato qualcosa: mi sono tornate alla mente le manovre di primo soccorso che ci avevano insegnato a scuola e ho cercato di metterle in pratica».
Dopo aver salvato la sua compagna, Francesco ha visto un altro ragazzo a pancia in giù e che non dava segni di vita: «L’ho riconosciuto subito: era Pietro, il mio amico del cuore. Ho subito capito che le sue condizioni erano gravi e infatti l’hanno poi portato all’ospedale di Pisa con l’elicottero. L’ho girato. Gli ho aperto la bocca ed estratto la lingua. Poi ho iniziato a massaggiargli il cuore. Lo chiamavo per nome, lo abbracciavo per riscaldarlo per infondergli coraggio. È stato un gran brutto momento». Mentre Francesco faceva di tutto per salvare il suo amico, i suoi compagni chiamavano i soccorsi. E in attesa del loro arrivo, l’eroe ragazzino ha avuto il tempo anche per dare una mano a un altro compagno, che – racconta – «non se la passava bene».
Credits foto: TWITTER/Vigili del Fuoco | Il bus uscito fuori strada in provincia di Massa Carrara, in località Tecchia Rossa, tra Pontremoli e Zeri (30 maggio 2023)
Ancora una volta ci troviamo a fare i conti con una presunta prima pagina del quotidiano La Verità. Avevamo, infatti, già smentito la copertina sulla quale troneggiava il titolo: «2022: 857mila italiani morti per malori improvvisi. I giornali hanno ricevuto l’ordine di tacere». Adesso è il turno di un confuso articolo di denuncia su una chiamata che sarebbe intercorsa tra Bill Gates e l’ex ministro della salute Roberto Speranza.
Per chi ha fretta:
Sta circolando sui social una presunta prima pagina del quotidiano La Verità
Su di essa spicca il titolo: «Intercettazioni Speranza-Bill Gates: “Io userei il polonio per finire il lavoro in 6 mesi”. Bill: “Meglio un vaccino letale”»
In realtà un numero con questa copertina non è mai uscito: la scritta è stata photoshoppata sulla prima pagina del 19 aprile, che in realtà riportava un titolo ben diverso
Analisi
«Bill Gates vorrebbe usare il Polonio per sterminare il popolo italiano… Meditate gente…». Queste parole accompagnano la condivisione della prima pagina sopracitata. In essa, appare un presunto titolo che recita: «Intercettazioni Speranza-Bill Gates: “Io userei il polonio per finire il lavoro in 6 mesi”. Bill: “Meglio un vaccino letale”». Nel sottotitolo, al di sopra di un fotomontaggio dei volti dei due protagonisti con la scritta in verde fluo «Volevano sterminare il popolo italiano», leggiamo un lungo testo. «Mentre le ambulanze portavano i pazienti con il raffreddore a farsi uccidere a sprangate dai medici in ospedale, Speranza e Bill sceglievano il modo più efficace per sterminare la popolazione, ma i nostri lettori avevano già capito tutto. Ti sei vaccinato? Ora muori». Una conversazione che sembra uscita dal dialogo tra due cattivi Disney. E che, come vedremo, il quotidiano citato non ha mai menzionato.
Anche stavolta, come nel caso precedente e (probabilmente) senza che sia un fatto casuale, la data che dovrebbe indicare quando tale numero sarebbe uscito in edicola è sfocata e non facilmente distinguibile. Ma anche stavolta, come nel caso precedente, i titoli del numero pubblicato sono rimasti inalterati. E così, attraverso una banale ricerca su Google, scopriamo che la data di uscita della presunta indiscrezione-bomba è quella del 19 aprile. Prendendo la prima pagina, infatti, notiamo gli stessi articoli che compaiono nella foto citata: a destra, l’editoriale di Maurizio Belpietro dal titolo «I migranti salveranno pensioni e Pil? Solita menzogna». A sinistra, l’articolo dal titolo: «Dopo tre anni niente extra decessi nella Ue. Ma non da noi». E al centro, nessun riferimento a Bill Gates, ma il titolo: «Vaccino pericoloso, lo sequestro. Ma Speranza provò a fermare il Pm». Al di sotto, possiamo leggere anche il reale sottotitolo: «Il ministro e il capo dell’Aifa fecero pressioni per non danneggiare la campagna. La risposta: “C’è un tasso di mortalità quantomeno anomalo, non possiamo rischiare che le dosi di questo lotto causino altri danni».
Il caso
La Veritàcita un documento, mostrato dalla trasmissione televisiva “Fuori dal Coro“, firmato e inviato dall’allora direttore dell’Aifa Nicola Magrini al procuratore di Siracusa sul caso del decesso del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò, deceduto a seguito della somministrazione del vaccino AstraZeneca. Bisogna dire che il lotto del vaccino venne sequestrato e dissequestrato, ritenuto non guasto né nocivo: «È bene però precisare – sottolinea la Procura – anche al fine di evitare la diffusione di fake news o la strumentalizzazione della notizia in chiave antivaccinale, che ciò non implica affatto un problema di sicurezza del vaccino AstraZeneca/Vaxzevria, tanto che le fiale sono già state dissequestrate, dopo che il lotto ABV2856 somministrato a Paternò è stato analizzato, insieme con altri sei lotti, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal corrispondente istituto olandese (RIVM) che aveva rilasciato l’autorizzazione alla commercializzazione del vaccino». La Procura di Siraccusa chiese l’archiviazione del procedimento penale per omicidio colposo a carico di Lorenzo Wittum, rappresentante legale di AstraZeneca. Il decesso del sottufficiale venne ricondotto a una «risposta immunitaria esagerata» in quanto era positivo asintomatico alla Covid senza saperlo.
Conclusioni
Il quotidiano La Verità non ha pubblicato in prima pagina un articolo che parlava di una presunta telefonata diabolica tra Bill Gates e Roberto Speranza. Il titolo in questione risulta photoshoppato sul numero realmente pubblicato lo scorso 19 aprile.
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