Alessandro Impagnatiello: perché la Gip ha escluso premeditazione e crudeltà nell’omicidio di Giulia Tramontano

La decisione della giudice dipende dalla nuova versione del barman sul delitto. E dal tempo passato tra le ricerche su internet e l’omicidio

La giudice delle indagini preliminari Angela Minerva non ha rilevato le aggravanti della crudeltà e della premeditazione nell’omicidio di Giulia Tramontano. Per il quale Alessandro Impagnatiello si è presentato come reo confesso. La decisione è arrivata nel provvedimento di convalida del fermo in cui il Gip ha disposto il carcere per l’indagato. E dopo la confessione di Impagnatiello. Che però ha in qualche modo cambiato versione rispetto a quello che aveva detto ai carabinieri. Con i militari il barman dell’Armani Bamboo aveva sostenuto che Giulia si era tagliata da sé all’inizio e che lui l’aveva in qualche modo «finita». Una palese bugia che non ha retto davanti al giudice. Al quale Impagnatiello ha quindi fornito un’altra versione.


La nuova versione del barman

E, spiega oggi il Corriere della Sera, ha detto che quindi non era vero che dopo che lui ha mangiato una piadina» Giulia ha preso il coltello con cui tagliava i pomodori per la cena e «ha iniziato a procurarsi tagli sulle braccia». Dicendo «che non voleva più vivere». Per poi colpirsi «all’altezza del collo». La compagna si sarebbe invece ferita solo «involontariamente» al braccio. E questo avrebbe fatto scattare la sua furia. La ricostruzione secondo gli investigatori potrebbe non essere quella definitiva. Perché le ferite al braccio destro trovate sul cadavere potrebbero invece essere lesioni da difesa. Ma per avere certezza di questo occorrerà attendere i risultati dell’autopsia. La versione della piadina è emersa ieri. Intanto, secondo la ricostruzione fornita da un’amica di lei, Giulia Tramontano aveva saputo da A., la collega italo-inglese di Impagnatiello, della loro relazione.


Le aggravanti

In un audio inviato a un’altra amica Giulia diceva che Impagnatiello sul lavoro era soprannominato «il lurido». E aggiungeva di avere l’intenzione di tornare al Sud. La Gip Minerva ha riconosciuto le aggravanti dei futili motivi e del vincolo sentimentale. Ma non quelle della crudeltà e della premeditazione. C’è un motivo per entrambe. L’aggravante della crudeltà non rileva perché il delitto «non sarebbe caratterizzato da particolare pervicacia, tenuto conto del tipo di arma utilizzata e del numero di colpi inferti». Per quanto riguarda la premeditazione, la procura ha considerato una prova le ricerche di Impagnatiello su Internet effettuate alle 19 di sabato, poco prima del delitto.

La chiave di ricerca

La chiave ricercata è: «Ceramica bruciata vasca da bagno». Giulia viene uccisa al rientro a casa, ovvero tra le 19,30 e le 21. E il corpo finisce a bruciare nella vasca. Ma l’avvocato di Impagnatiello Sebastiano Sartori ha fatto notare che le ricerche avvengono a ridosso dell’ora dell’omicidio: «La giurisprudenza identifica i tratti distintivi della premeditazione nell’apprezzabile intervallo temporale tra l’insorgenza del proposito delittuoso e la sua attuazione. Tale da consentire una ponderata riflessione sulla decisione presa e sull’opportunità del recesso». Il tempo passato la giudice non l’ha considerato sufficiente.

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