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Il testamento di Berlusconi in ritardo «per la burocrazia». Ma intanto spunta “l’amico” dalla Colombia: «Diffido il notaio»

27 Giugno 2023 - 04:29 Redazione
testamento silvio berlusconi eredità marco di nunzio
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Marco Di Nunzio: «Ho in mano un'integrazione. A me il 2% di Fininvest», Ma i dubbi sono tantissimi

Il testamento di Berlusconi non è ancora stato pubblicato. Doveva essere aperto ieri, lunedì 26 giugno. Ma il notaio Arrigo Roveda ha fatto sapere che passeranno giorni. A causa della burocrazia, fa sapere oggi La Stampa. Perché ci sono documenti da attendere, inventari da compilare e perizie da terminare. Il tutto servirà a rispondere a una domanda: quanto vale il tesoro di Silvio? E mentre giovedì è in programma l’assemblea di Fininvest in via Paleocapa, spunta un lascito testamentario ai Caraibi. Beneficiario è il torinese Marco Di Nunzio, classe 1968. E lui stesso ha detto a il Fatto Quotidiano di essere il primo dei legatari. E anche di aver diffidato Fininvest e Roveda. Minacciando in caso contrario l’addebito dei danni «con sequestro di azioni della società».

L’assemblea di via Paleocapa

Con ordine. L’assemblea di via Paleocapa sarà la prima dalla scomparsa di Berlusconi. In palio c’è una piccola grande quota: quel 20% dell’eredità di cui l’ex premier può disporre liberamente. E per questo ci si immaginava una prima resa dei conti tra i figli di Carla Elvira Dall’Oglio e quelli di Veronica Lario. Ma, spiega proprio La Stampa, questo confronto non andrà in scena. Perché il lascito per quel giorno molto probabilmente non sarà stato ancora pubblicato. Il motivo sarebbe tecnico: bisognerà dare valore, per esempio, alle 24 mila opere d’arte acquistate di notte durante le aste. E oggi stipate in un hangar ad Arcore. E poi le case, le barche, l’elicottero, i jet. Ma c’è anche dell’altro. Perché c’è chi giura che i figli siano già a conoscenza delle ultime volontà dell’ex Cavaliere. Il segreto non è così segreto in famiglia. Per questo c’è tranquillità.

L’inventario

Bisogna poi mettere insieme gli accordi per i divorzi e raffrontare il tutto con la cosiddetta quota disponibile, pari a un terzo del patrimonio totale. L’assemblea di Fininvest quindi andrà in scena con la solita riunione dei soci. Il ragionier Giuseppe Spinelli, la “cassa” di Berlusconi, presiede le Holding del Cavaliere. La presidenza resterà a Marina Berlusconi. I fratelli resteranno nel consiglio di amministrazione. Tranne Eleonora, che delega al fratello Luigi. L’assemblea pre-testamento servirà a mantenere gli equilibri. Perché se il patrimonio fosse suddiviso equamente i tre figli più giovani (Eleonora, Luigi e Barbara) avrebbero la maggioranza della Holding 14. Per questo c’è anche l’ipotesi di un patto di sindacato. Così Marina continuerà a presiedere Mondadori e Pier Silvio reggerà ancora le sorti di Mfe-Mediaset for Europe.

Le volontà “segrete” di Berlusconi?

Intanto però irrompe in scena l’amico colombiano. Di Nunzio è imprenditore nel settore della cantieristica navale e membro del Comites in Colombia. In Italia lo conoscono come artefice di liste-civetta, tra cui la Lista Bunga Bunga. L’uomo ha detto al Fatto di essere lui il primo dei legatari. L’atto che avrebbe in mano sarebbe una “integrazione di testamento”. Che Berlusconi avrebbe sottoscritto in Colombia il 21 settembre 2021. Il quotidiano fa sapere che è stato pubblicato quattro giorni fa dalla cancelleria del ministero degli Esteri colombiano con tanto di postilla. E che per il nostro ordinamento non diviene efficace finché non viene depositato nell’archivio notarile. Ammesso che la forma testamentaria sia idonea.

Chi è Marco Di Nunzio

Il documento è stato stipulato nello studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa a Barrio Espinal, Carrera 15 di Cartagena. Con la presenza dei due testimoni di rito. Il testo: «Nomino legato il signor Marco Di Nunzio che possa disporre alla mia morte della somma di euro 20 milioni con l’onere di innalzare la struttura politica di Forza Italia e i Club Forza Silvio in Colombia; la somma di 6 milioni con l’onere di regali da depositarsi sul conto corrente in Miami, Florida”. Poi l’elenco delle proprietà: «la Nave Principessa Vai Via e tutte le mie imbarcazioni, navi e natanti in mio possesso; il 100% delle azioni delle società proprietarie delle ville ad Antigua e nelle Antille con annesso terreno; il 2% della holding Fininvest Finanziaria di Investimento Spa. Per quanto riguarda i canoni, vanno trasmessi al legatario dal giorno della morte di Berlusconi.

«Non sono un mitomane»

Sempre secondo questo atto gli altri eredi dovrebbero anche pagare tutti i pesi inerenti ai beni dal giorno della successione. Si parla delle imposte su denaro e beni. «Non sono un mitomane, sono consigliere del Comites in Colombia», dice lui. Ma c’è anche altro. Il “Principessa Vai Via” non è più di Berlusconi da anni. Lo ha venduto all’amico di Mediolanum Ennio Doris (nel frattempo scomparso). E soprattutto Fininvest, che conferma la ricezione dell’atto, dice anche che nel presunto giorno della stipula in Colombia Berlusconi era invece ad Arcore. Lo studio Roveda fa sapere che «non è l’unica telefonata che abbiamo ricevuto sull’argomento».

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