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Kiev, forti esplosioni in tribunale: morto l’autore dell’attentato. Resta alta la tensione sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia

05 Luglio 2023 - 20:48 Redazione
A far esplodere gli ordigni è stato Igor Humenyuk, accusato di essere l'autore di un attacco terroristico nei pressi del parlamento ucraino nel 2015

Un’esplosione è risuonata nel tribunale del distretto Shevchenkiv di Kiev. A riferirlo le autorità ucraine, come riporta Unian, precisando che sul posto sono già al lavoro un gruppo investigativo-operativo, forze speciali, tecnici degli esplosivi ed esperti cinofili. L’individuo, che è morto sul posto, era stato condotto in tribunale da un convoglio militare e «per ragioni sconosciute ha fatto esplodere un ordigno, a quanto sembra in un bagno». L’autore dell’esplosione al tribunale distrettuale di Shevchenkiv è Igor Humenyuk, accusato di essere l’autore di un attacco terroristico nei pressi della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) il 31 agosto 2015. Lo scrive su Telegram il ministro dell’Interno ucraino Igor Klymenko, aggiungendo che «durante l’assalto all’edificio, due agenti del Kord (forze speciali della polizia) sono rimasti feriti». In quell’attentato morirono 4 militari e rimasero ferite oltre 130 persone. Secondo la ricostruzione dell’Ukrainska Pravda, l’udienza di Humenyuk era in programma proprio per oggi. Dopo l’incontro, l’uomo ha fatto esplodere ordigni nella toilette del tribunale e ha provato scappare. Durante la fuga, si è barricato in una stanza e mentre le forze dell’ordine tentavano l’assalto per arrestarlo c’è stata un’altra esplosione, che ha ucciso lo stesso Humenyuk e ha ferito alle gambe due agenti.

Alta tensione a Zaporizhzhia

Nel frattempo, la guerra sul campo continua. E l’area che desta maggiori preoccupazioni è quella vicina alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ieri la Russia ha accusato di Kiev di aver pianificato un attacco contro l’impianto atomica. Un’accusa rispedita al mittente da Volodymyr Zelensky. Oggi l’Ucraina ha lanciato un appello alla comunità internazionale perché si intraprenda «un’azione immediata» per affrontare i rischi nella centrale nucleare di Zaporizhizhia, da mesi sotto il controllo delle forze del Cremlino. «La Russia ha dispiegato personale militare e installato fortificazioni su almeno tre reattori, collocando esplosivi nell’impianto. È giunto il momento che il mondo agisca immediatamente», ha affermato il ministero degli Esteri ucraino su Twitter. In seguito all’escalation retorica delle ultime ore, l’Aiea – Agenzia internazionale per l’energia atomica – ha chiesto un accesso più ampio alla centrale di Zaporizhzhia «per confermare l’assenza di mine o esplosivi».

Il monito di Xi sul nucleare

E proprio il nucleare sembra essere stato uno dei temi di confronto tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cinese Xi Jinping nel loro incontro a Mosca dello scorso marzo. Lo riporta il Financial Times, secondo cui «i funzionari cinesi si prendono privatamente il merito di aver convinto il leader russo a fare marcia indietro rispetto alle velate minacce atomiche». Secondo il quotidiano inglese, un alto consigliere del governo cinese avrebbe affermato che dissuadere Putin dall’usare un’arma nucleare «è stato fondamentale per la campagna della Cina finalizzata a riparare i legami danneggiati con l’Europa». La ricostruzione del Financial Times è stata però smentita dal Cremlino, con il portavoce Dmitry Peskov che parla di «un’invenzione».

Credits foto: EPA/Nicoletta Stoyanova

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