Olanda, cade il governo. Il premier Mark Rutte si dimette. La maggioranza si spacca sulle nuove regole per la migrazione

Era al governo da dieci anni. Ora si va a elezioni per metà novembre

In Olanda si è aperta una crisi di governo. I partiti che sostengono l’esecutivo guidato da Mark Rutte, che ha appena ufficializzato le sue dimissioni durante il suo quarto mandato consecutivo, si sono spaccati sull’approvazione di alcune misure in tema di migrazione e asilo. «Stasera abbiamo purtroppo raggiunto la conclusione che le differenze sono insormontabili. Per questo motivo a breve presenterò le mie dimissioni per iscritto al re a nome di tutto il governo», ha detto in conferenza stampa Rutte. L’alleanza che attualmente compone il governo olandese è formata da quattro partiti: il Partito popolare per la libertà e democrazia (Vvd), di cui è membro lo stesso primo ministro, i liberali di D66, i cristiano democratici dell’Appello cristiano democratico e i calvinisti dell’Unione Cristiana. A dividere la coalizione, secondo il quotidiano olandese De Telegraaf, sono state le misure volte a limitare il ricongiungimento familiare dei migranti, che ha visto scontrarsi due visioni opposte: da un lato quella conservatrice dei partiti VVD e CDA; dall’altro, la linea aperturista di liberali e calvinisti. I primi malumori tra i partiti della coalizione di governo sono iniziati la scorsa settimana. Il primo ministro ha provato fino all’ultimo a raggiungere un compromesso dialogando con tutti i leader, ma oggi ha dovuto alzare bandiera bianca. I media olandesi scrivono che le elezioni generali si svolgeranno con ogni probabilità in autunno, probabilmente a metà novembre.


Mark Rutte, 56 anni, guida il Paese ininterrottamente dal 2010 ed è il primo ministro più longevo della storia dell’Olanda. Il suo quarto esecutivo è nato dopo un parto a dir poco travagliato. Nel marzo 2021, il suo partito Vvd ha vinto le elezioni, pur senza ottenere la maggioranza necessaria per governare da solo. I negoziati per formare l’esecutivo si sono rivelati però più complicati del previsto. E alla fine il governo ha visto la luce solo nel gennaio 2022, dopo ben 271 giorni di trattative. Anche dopo l’insediamento del suo quarto esecutivo, Rutte ha navigato in acque agitate. Il primo vero campanello d’allarme è arrivato la scorsa primavera, quando a vincere le elezioni locali è stato il neonato partito degli agricoltori (Bbb), formazione dalla verve populista e contraria alle politiche ambientali. La questione più spinosa di tutte è però quella relativa ai migranti e al ricongiungimento familiare, che ha determinato di fatto la caduta del governo. Una circostanza che è stata salutata con entusiasmo dal partito di destra Pvv, con il suo leader Geert Wilders che su Twitter scrive: «Adieu Rutte». Ancora non è chiaro se il premier uscente si candiderà ancora una volta alla poltrona di primo ministro o se cederà il posto a qualcun altro.


Credits foto: EPA | Il primo ministro olandese Mark Rutte

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