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Migranti, la denuncia shock dell’Anci: «Sistema al tracollo, se continua così non potremo più garantire tutele ai minori»

L'allarme del responsabile Immigrazione e sindaco di Prato Matteo Biffoni: «Il governo che doveva azzerare gli sbarchi è in palese difficoltà»

«La più grande emergenza mai vissuta». Con queste parole, il sindaco di Prato e delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni descrive l’aumento considerevole degli sbarchi sulle coste italiane che hanno mandato in tilt il sistema di accoglienza. In particolare, quello destinato ai minori. «Siamo sull’orlo del tracollo: per i minori è tutto saltato», denuncia il primo cittadino dem. E il problema, per il rappresentante Anci, è che «non succede nulla. Ho visto Piantedosi (ministro dell’Interno, ndr) – continua – a dicembre, poi c’è stata una convocazione il 4 agosto, e nel mezzo solo un po’ di interlocuzione tecnica». Secondo Biffoni esiste, inoltre, «un perverso meccanismo politico» in tutta questa vicenda «perché questo – sottolinea – è il governo del “niente sbarchi” ma fuori dalla propaganda elettorale, perché loro hanno promesso questo, adesso sono in difficoltà».

Nei primi sette mesi del 2023 gli sbarchi sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: se nel 2022 erano infatti stati 41.435, gli ultimi dati del Viminale ne contano 89.158 nell’anno corrente, segnando una variazione percentuale del 115,18%. E sul totale delle persone arrivate, ci sono anche 10.285 minori non accompagnati. Cifre, queste, che hanno spinto il rappresentante dell’Associazione nazionale dei comuni ìitaliani a scrivere, così come altri sindaci per le rispettive città, al Tribunale dei minori e alla prefettura, sottolineando come «con questi numeri, se ci vengono mandati ancora minori non accompagnati, noi non possiamo garantire che ci siano il rispetto delle condizioni stabilite per legge, e la responsabilità è dello Stato centrale», spiega Biffoni. Nelle città, infatti, mancano gli hub di primissima accoglienza e non ci sono, inoltre, le risorse per la mediazione culturale. Si tratta di un cortocircuito, che secondo Biffoni, è stato provocato dal «decreto Cutro». Quest’ultimo ha, infatti, «peggiorato se possibile le regole del gioco, allontanando dal sistema dell’accoglienza i grandi player più affidabili come Arci, Caritas, Comunità di Sant’Egidio», conclude.

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