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Mattia Aguzzi che ha salvato la bimba caduta dal quinto piano a Torino: la telefonata poco prima, la presa al volo

27 Agosto 2023 - 08:58 Maria Pia Mazza
Il 37enne si trovava sotto la palazzina per caso. La piccola, salva per miracolo, presenta alcune lievi ferite, mentre il suo salvatore ha attutito la caduta con il suo corpo: «Ho provato a fare quel che si doveva fare»

«Ero lì sotto e speravo solo di riuscire a prenderla. Credo anche di aver chiuso gli occhi, ma è andata davvero bene». Sono le parole di Mattia Aguzzi, impiegato di 37 anni, l’uomo che ha salvato la piccola di 5 anni caduta dal balcone al quinto piano di un palazzo in via Nizza a Torino. La piccola, salva per miracolo, presenta solo qualche ferita lieve. All’edizione torinese del Corriere della Sera, il 37enne ha spiegato che si trovava in zona perché la fidanzata «abita poco distante da quel palazzo». La coppia stava passando sotto i palazzi per andare a trovare il cugino che aveva chiesto loro di comprare un po’ di pane. E Aguzzi aggiunge: «Io non credo al destino, ma se non avessi ricevuto quella telefonata non sarei mai passato di lì». Quanto ai delicati momenti del salvataggio, dopo essere stato avvisato del pericolo da un vicino di casa che aveva visto la bambina inciampare sul balcone, il 37enne spiega: «Ho provato a immaginare il punto dove sarebbe potuta cadere e mi sono piazzato lì: nella mia mente ho scolpita l’immagine della piccola con le braccia in alto che tenta di aggrapparsi. Ma poi il peso l’ha trascinata giù».

Entrambi sono caduti a terra, ma l’intervento dell’uomo ha permesso di attutire l’impatto e di scongiurare la tragedia: «Non c’era tempo per pensare. Ho allargato le braccia e sperato di prenderla al volo. Alla fine è rimbalzata sul mio petto e l’ho bloccata per un attimo. Ma l’impatto è stato forte e siamo caduti tutti e due». Subito dopo la caduta, sono intervenuti i soccorsi. La bambina è stata trasferita al Regina Margherita, mentre l’uomo è stato portato al Cto: «All’inizio facevo fatica a respirare. L’affanno. Oppure la botta. Non so. Mi hanno detto che non ho nulla e sono contento così». E il giovane, passata la paura del momento, tiene un profilo basso: «Non chiamatemi eroe: ho fatto tutto così, in modo naturale. Non ho pensato a nulla e ho provato a fare quel che si doveva fare». E Mattia Aguzzi, con una battuta bonaria, conclude: «E comunque adesso non mi diranno più che è meglio se dimagrisco un poco! È andata bene. Che cosa possiamo volere di più? Il destino ci ha messi lì. Il caso, la fatalità. A quel che ne so stiamo tutti quanti bene. E questa, mi creda, è la cosa più bella».

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