Scuola, la segretaria che ha fatto 865 chilometri ogni settimana per andare a lavorare

Stefania Moscariello abitava a Salerno e lavorava a Cuneo. Ora ha firmato un contratto a tempo indeterminato

All’inizio del 2023 era finito sui giornali il caso di Giuseppina Giuliano. Che sosteneva di fare ogni giorno la pendolare da Napoli a Milano per il suo lavoro di bidella. La storia aveva suscitato alcuni dubbi. Ma oggi il Corriere della Sera racconta invece quella di Stefania Moscariello. 52 anni, residente a Salerno, ha fatto per cinque anni la pendolare ogni settimana per raggiungere Cuneo. La vicenda comincia così: «Per fare punteggio e scalare le graduatorie, ho cominciato a lavorare nelle scuole paritarie vicino Pagani. Ma con una paga davvero misera. In pratica, solo in prospettiva di entrare nella scuola pubblica e, una volta lì, cercare di stabilizzarmi. E così è stato: la prima chiamata mi è arrivata nel 2018 da Mondovì».


L’incarico e i viaggi

Era un incarico di 30 ore per 40 giorni: «Ebbi il coraggio di accettarlo lasciando dall’oggi al domani le mie figlie che all’epoca avevano 13 e 14 anni. Ricordo che, allo stesso tempo, ero felice ma anche tanto addolorata. Fatto sta che da lì a poco ebbi una seconda chiamata: sempre in provincia di Cuneo, a Cervasca questa volta. Sei ore, solo il sabato. Così è iniziato il mio andirivieni tra la Campania e il Piemonte». Sono stati cinque anni di calvario: «Ho utilizzato tutti i mezzi possibili: dall’aereo, ma con scalo a Bergamo per utilizzare maggiormente le compagnie low cost, all’alta velocità, fino ai pullman che coprono le grandi distanze. Studiavo attentamente tutti i costi. Così, di solito, per prendere servizio il sabato mattina, partivo ventiquattro ore prima. E capitava che arrivassi anche alle 4 di notte a Torino. Da sola. Con il freddo. Ad attendere l’ultima corriera che mi portasse nel paesino dove c’era la mia scuola. Ogni volta un travaglio. Tanto che, quando arrivavo in ufficio, i colleghi e i professori mi facevano delle vere e proprie feste».


Non più precaria

Poi è riuscita ad abbandonare la precarietà. Dal primo settembre ha firmato un contratto da 1.350 euro al mese. E ha deciso di festeggiare coprendo la distanza di 865 chilometri con il motorino di famiglia. «Mio marito e le mie due figlie credevano che partissi come al solito, con il treno. Invece, avevo tutto pronto per il mio viaggio in scooter: messa a punto fatta. Casco. Guanti. Giubbino. La valigia, questa volta, anziché in un bagagliaio o in una stiva, sistemata sulla pedana del motorino. Sono partita il 30 agosto, di mattina presto, senza farmi vedere da nessuno, sotto un temporale estivo. Usufruendo dell’autostrada solo laddove era indispensabile e non senza imprevisti – già a Napoli si era rotta la coppa dell’olio – alle 19:30 ero a Viareggio, dove ho sostato in un bed & breakfast. Il giorno dopo, ho coperto l’ultima tappa fino a Savigliano, dove, presso l’Istituto comprensivo Santorre di Santarosa, alle 7:30 del primo settembre, ho firmato il contratto a tempo indeterminato e preso servizio».

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