Ligabue, il nuovo album: «Ho fatto le mie cazzate ma non mi pento. Le canzoni sono le rughe della mia anima»

Il cantante: il titolo dell’album è una risposta all’individualismo

Il nuovo album di Ligabue esce il 22 settembre. Si chiama Dedicato a noi e il cantante ne parla oggi in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Nella quale dice la sua sugli orrori della società tra stupri, social e clima. Ma comincia parlando di Francesco Totti. Che nomina in un verso di Una canzone senza tempo, dedicata a Roma: «Totti ovunque alle pareti». «La frase va contestualizzata. Entri in un ristorante e vedi ovunque le sue foto. Lui mi ha ringraziato pubblicamente dicendo che se giocasse ancora mi dedicherebbe un gol». La canzone sulla capitale, spiega Ligabue nel colloquio con Stefano Mannucci, «è un gesto d’amore che racconta un sortilegio della città. Malgrado i suoi disagi, compresi i bus a fuoco o le buche, l’unicità della bellezza di Roma ti fa fare i conti, solo lì, con un tempo che rallenta e si ferma. La cornice perfetta per due che hanno vissuto un amore tanti anni prima incontrandosi in un ristorante, e oggi ci tornano».


Il nuovo disco

Il titolo dell’album, dice Ligabue, è una risposta all’individualismo spinto: «Non possiamo dismettere l’impegno, in ogni campo. Non abbiamo più tempo per agire contro il riscaldamento globale. Persiste un negazionismo attivo contro ogni evidenza. E vediamo fucili alle frontiere, e come affrontano la questione dei migranti». Mentre il pezzo più duro dell’album è Niente piano B: «Siamo sul Titanic e sappiamo di avere l’iceberg sulla rotta. Continuiamo la festa o prendiamo coscienza di come vanno le cose? In un altro brano, Musica e Parole, metto l’accento sugli schizzi di merda che arrivano dal chiacchiericcio social. Non dovremmo rassegnarci a farci trascinare alla deriva da questa corrente. Che decennio duro è questo? La pandemia, l’Ucraina, i ragazzi che non credono nel futuro. L’emergenza climatica che ci prende a mazzate tra uragani e siccità. La cronaca nera. La violenza sulle donne».


La violenza sulle donne

Proprio su questo tema Ligabue insiste: «Quella dei femminicidi e gli stupri è una mattanza quotidiana, non ho soluzioni. Non voglio rischiare di essere teorico, come super-teorica è la sinistra. Al primo schiaffo in casa le donne devono denunciare. Capisco l’imbarazzo e la vergogna, ma queste tragedie scaturiscono forse anche dall’arretratezza culturale di un’epoca insensata». Infine, un’autocritica: «Ho fatto le mie cazzate, di sicuro, ma non mi pento di nulla. Sono stato sempre onesto, le canzoni sono le foto dell’età che vivo. Le mie rughe dell’anima. Fra tre anni potrebbero essere diverse».

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