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Il giallo dei tre testamenti di Gianni Vattimo. Simone Caminada: «Sono l’erede universale»

21 Settembre 2023 - 07:55 Redazione
gianni vattimo simone caminada sposi
gianni vattimo simone caminada sposi
Il compagno rivela che c'è un terzo testo con le ultime volontà del filosofo torinese

C’è un giallo sul testamento di Gianni Vattimo, filosofo torinese scomparso martedì 19 settembre. Anzi, ce ne sono tre. Tanti quanti sarebbero i testi con le sue ultime volontà. Il primo, racconta oggi il Corriere della Sera, vedeva tra i beneficiari gli amici del suo cenacolo, tra cui Martine Tedeschi, la moglie da cui all’epoca non aveva ancora divorziato. In base a questo testo il compagno Simone Caminada avrebbe ereditato il 50% della casa in via Po e le opere d’arte. Poi ce n’è un secondo, che risale come il primo al settembre 2018. Qui Caminada è nominato erede universali. Entrambi sono agli atti del processo per circonvenzione d’incapace in cui Caminada ha ricevuto una condanna in primo grado. E non sono pubblicabili, ovvero non hanno alcun valore.

Le ultime volontà

Ma Vattimo, sempre secondo Caminada, ne avrebbe realizzato un terzo. «Lo ha scritto dopo aver testimoniato. Ha visto il marcio nei suoi ex amici», sostiene il giovane. Il documento quindi sarebbe successivo al febbraio 2022. «Gianni mi ha affidato le sue ultime volontà, ne parlavamo spesso», dice Simone al quotidiano. Per poi ricordare gli ultimi mesi del professore: «Quest’estate era in montagna, stava bene. Poi siamo tornati a Torino e si è lasciato andare. Si è sentito minacciato dalla Procura per la nomina dell’amministratore. Ha sempre detto che si riteneva perseguitato e a un tratto ha deciso di non lottare più: non mangiava né beveva. Lo imboccavo come i bambini, ma niente». L’archivio delle opere invece si trova all’Università Pompeu Fibra di Barcellona.

L’amore di Caminada per Vattimo

Al Giornale invece Caminada invece parla del suo amore per Vattimo. «Quest’anno avremmo festeggiato i 14 anni insieme: unterzo della mia vita. Quando ci siamo conosciuti, io navigavo a vista. Arrivavo a Torino dopo uno spettacolo con i bambini dello Zecchino d’oro. Ci conosciamo con amici, inizio a sostituire il suo autista e poi durante i suoi viaggi in Val di Susa per i movimenti No Tav, poi Austria, Germania… ci avviciniamo sempre più». Fino a diventare una coppia. E l’eredità? «Lo sanno tutti cosa c’è in quell’eredità, nella polizza vita (da 450mila euro, ndr) di cui sono beneficiario al 40%, nel “tesoretto” (orologi, opere d’arte, quadri, il taccuino di Fidel Castro, ndr). Vedremo il da farsi, come per la casa».

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