Sul corpo dell’uomo trovato impiccato al guard rail lungo la Grande viabilità triestina lo scorso 24 settembre non ci sarebbero stati coinvolgimenti di terze persone. L’autopsia sul cadavere dell’iraniano 52enne sembra mettere fine al giallo su cui indaga la procura di Trieste, che tra le ipotesi non aveva mai escluso quella del suicidio. Secondo i medici legali, l’uomo è morto per «asfissia meccanica da impiccamento» e non ci sarebbero «lesioni traumatiche riferibili all’azione di terzi». Gli esami autoptici sono stati resi noti dalla stessa procura triestina, dopo la conclusione del lavoro da parte del collegio di consulenti nominati dal pm Maddalena Chergia. Nel corso dell’autopsia sono stati anche effettuati «prelievi di organi per i successivi esami istologici», oltre che il «prelievo di campione ematico da vena cava inferiore». Dopo il ritrovamento del cadavere, gli inquirenti avevano recuperato tra gli effetti personali dell’uomo anche un certificato datato 10 settembre in cui veniva diagnosticata una sindrome ansiosa depressiva e che prescriveva una visita psichiatrica. L’uomo era stato trovato bendato con le mani legate da una camicia e i piedi tenuti fermi con un nastro adesivo.
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