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«Paga 600 euro per fare ricerca»: la strana storia della tassa del ministero per riconoscere il dottorato all’estero

21 Ottobre 2023 - 06:58 Redazione
fondo italiano scienza tassa ricerca
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Il ministero: basta avviare l'Iter

Nelle pieghe del bando del ministero dell’Università e della Ricerca per la seconda edizione del Fis, il Fondo italiano per la scienza, si nasconde una tassa da 600 euro. Il governo infatti stanzia 330 milioni per finanziare progetti di ricerca di gruppi indipendenti sotto il coordinamento di un “principal investigator”. Ma tra i requisiti da possedere c’è il dottorato di ricerca. E se qualcuno dei ricercatori lo ha conseguito fuori dall’Italia, dovrà pagare per vederselo riconosciuto. Repubblica spiega che negli articoli 3 e 4 del bando è riportata la clausola che vale sia per il coordinatore dei progetti condotti da ricercatori emergenti sia per chi guida i gruppi degli studiosi in carriera.

I titoli di dottorato

«I titoli di dottorato conseguiti in un Paese straniero a seguito di studi e ricerche a livello universitario avanzato – recita il testo – possono essere riconosciuti come equipollenti ad un dottorato di ricerca italiano, seguendo le procedure di un decreto del presidente della Repubblica del 1980. La norma non è mai stata applicata ai ricercatori che intendono accedere a programmi di alto profilo. Ora invece dovranno versare un contributo non indifferente: alla Sapienza di Roma si paga 416 euro, alla Ca’ Foscari di Venezia il balzello ammonta a 600 euro. E sarà dovuto anche dai professori, ordinari e associati, che hanno conseguito il titolo di dottorato all’estero e che hanno già superato procedure selettive in Italia, ottenendo l’abilitazione all’insegnamento.

La replica

In risposta, il ministero fa sapere che «l’equipollenza serve a garantire non solo la legittimità di una procedura competitiva tanto importante, ma anche l’elevata competenza sotto il profilo scientifico dei proponenti». Mentre «l’equipollenza è uno strumento di ‘protezione’ sia del Fis che dei ricercatori stessi». In ogni caso per presentare il progetto di ricerca non è necessario aver già ottenuto il provvedimento di equipollenza, ma solo aver avviato l’iter.

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