Elenoire Casalegno e Milano come Gotham City: «Ma purtroppo manca Batman»

L’ex modella: il mio cellulare sta esplodendo

L’ex modella Elenoire Casalegno ha denunciato di essere stata seguita e aggredita da uno squilibrato in pieno centro a Milano. «Per fortuna è intervenuto un uomo che ha iniziato ad urlargli contro. Io mi sono infilata in un negozio e poi mi sono fatta venire a prendere», ha detto in un video in cui ha taggato il sindaco Giuseppe Sala. Oggi, in un’intervista all’edizione milanese del Corriere della Sera la «milanese da 30 anni» rincara la dose. «La mia voce è esattamente come quella di tutti i cittadini, non mi aspettavo di avere più ascolto». Dice che il suo cellulare «sta esplodendo. Mi scrivono persone a cui sono successi fatti simili, un residente di via Tadino ha mandato il filmato di un tizio che per passare il tempo spacca auto in strada».


Niente denuncia

Tuttavia non ha denunciato l’aggressione: «No, perché poi cosa avrei dovuto denunciare? Però è giusto parlarne. Serve più presidio. Mi metto anche nei panni delle forze dell’ordine. Rischiano la vita per stipendi bassi, troppo bassi. Dovrebbe esserci più presidio e anche pene certe. La situazione a Milano è certamente peggiorata e io ci vivo da 30 anni: passo spesso in piazzale Principessa Clotilde, fa paura: ci sono elementi che apertamente vivono di espedienti, spaccio». Lei abita tra Porta Romana e il luogo in cui è stata inseguita. Ha anche una figlia di 24 anni: «Non sono stata e non sono una mamma rigida, però un po’ severa sì: la libertà va conquistata. A 16 anni non esci da sola. Swami è cresciuta con me che ripetevo: fatti accompagnare, evita situazioni».


Milano come Gotham City

Quel giorno dopo l’aggressione si è fatta venire a prendere in auto. Poi ha postato su Instagram. A Milano, dice, non si sposta più in bicicletta perché è pericoloso. E sul video di Sala precisa: «Milano non è Gotham City. Perché non abbiamo Batman». Infine, Anna Gandolfi le dice che potrebbe candidarsi con il centrodestra. E lei risponde in milanese: «Mai, mai. Ofelèe fa el to mestiè».

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