Parigi metterà al bando la scrittura inclusiva. Lo ha confermato il presidente francese, Emmanuel Macron, inaugurando la Cité internationale de la langue française di Villers-Cotterets, un’ottantina di chilometri a nord della Capitale, aperta dopo sei anni di lavori in un castello del Rinascimento voluto da Francesco I. «Non dobbiamo cedere allo spirito del tempo», l’appello dell’inquilino dell’Eliseo, e «mantenere – continua – anche i fondamenti della lingua francese, le basi della sua grammatica, la forza della sua sintassi». È sufficiente il maschile «che nella nostra lingua è già neutro», sottolinea Macron. «Non abbiamo bisogno di aggiungere puntini in mezzo alle parole, oppure trattini o altre cose per renderla leggibile», afferma il presidente, definendo il francese come «una lingua di libertà e di universalismo». E poi ancora: «In un momento in cui ci si torna a dividere, in cui riaffiora l’odio, in cui si vorrebbero opporre le comunità una contro l’altra, le religioni, le origini, la lingua francese è un cemento», conclude il Capo di Stato. Le parole di Macron arrivano mentre in Senato si sta dibattendo su un testo legislativo – presentato dalla senatrice Pascale Gruny – che prevede di vietare il linguaggio inclusivo. Il progetto di legge, già approvato dalla commissione Cultura, Educazione e Comunicazione, renderebbe di fatto non utilizzabile uno stile inclusivo per quanto concerne documenti ufficiali, ma anche atti giuridici, regolamenti e contratti. La proposta, redatta dai partiti di centrodestra, vieta inoltre le parole grammaticali che costituiscono neologismi come «iel», ovvero la contrazione di «il» (lui) e «elle» (lei).
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