Migranti, Macron: «Non possiamo lasciare soli gli italiani. Ma noi facciamo già la nostra parte»

A proposito dell’attacco di papa Francesco contro l’indifferenza quando si parla di fenomeni migratori, il presidente francese dice di essere d’accordo. Ma poi aggiunge: «Non possiamo accogliere tutti».

È tornato a parlare di flussi migratori il presidente francese Emmanuel Macron. Nonostante le tensioni per i respingimenti, registrate lungo il confine italiano, nella zona di Ventimiglia, il capo dell’Eliseo ha affermato: «Non possiamo lasciare soli gli italiani». Le stesse parole le aveva utilizzate lo scorso 15 settembre. Parlando oggi, a dieci giorni di distanza, alla tv francese Macron ha fatto però una precisazione: «La maggior parte dei migranti – di Lampedusa – vengono dall’Africa subsahariana, da Paesi ai quali forniamo aiuti allo sviluppo. Dobbiamo dire loro “vi aiutiamo, ma voi dovete aiutarci a smantellare le organizzazioni”» di trafficanti. Il presidente ha proseguito spiegando il suo piano per affrontare le ondate di migranti e passando ai paesi di transito: «Ci sono diverse migliaia di migranti che arrivano a Lampedusa e che partono tutti dal porto di Sfax, in Tunisia. Io voglio proporre un accordo alla Tunisia, mettere più mezzi in un paese di transito, proporre partnership. Io – ha aggiunto – voglio esportare esperti e materiale – in Tunisia e in Algeria per – smantellare queste organizzazioni». Nell’intervista televisiva, Macron ha provato ad allontanare le polemiche su una presunta freddezza tra lui e papa Francesco durante il recente incontro tra i due. Il presidente francese ha detto di essere d’accordo con Bergoglio quando critica l’uso della parola “emergenza” a proposito dei fenomeni migratori. Occasione utile a Macron per ribadire che Parigi finora non avrebbe nulla da recriminarsi: «Il Papa ha ragione a invitare a un soprassalto contro l’indifferenza. Noi francesi facciamo la nostra parte. Abbiamo un modello sociale generoso – ha rimarcato, per poi precisare che la Francia – non può accogliere tutta la miseria del mondo».


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