Indi Gregory trasferita in un hospice, la rabbia del padre: «Spero sopravviva fino a lunedì: l’hanno condannata a morte»

La procedura decisa dalla sentenza dei giudici inglesi prevede il distacco del ventilatore e l’applicazione di una maschera per l’ossigeno

La piccola Indi Gregory sta per lasciare il Queen’s Medical Centre di Nottingham per essere trasferita in uno hospice. Dalle 12, ora italiana, è scattato il distacco ai macchinari che tengono in vita la bambina di otto mesi affetta da una malattia che i medici e i giudici britannici hanno sempre considerato irreversibile. Il padre della bambina, Dean Gregory, ha confermato il trasferimento in giornata all’agenza LaPresse: «Le verrà tolto il ventilatore e le verrà messa una maschera per l’ossigeno che potrà tenere per una settimana». Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, chiede un accordo bilaterale tra l’Italia e il Regno Unito: «Ringraziando il governo italiano per tutto ciò che ha fatto per provare a salvare la vita della piccola Indi. Auspichiamo la promozione in tempi brevi di un accordo politico istituzionale bilaterale tra Italia e Regno Unito che permetta in futuro ai genitori che lo vogliano di portare i loro figli malati a essere curati in Italia per evitare vicende simili a questa». «Spero che possa sopravvivere fino a lunedì», ha aggiunto il padre della bambina. «Sono distrutto e arrabbiato, perché il Regno Unito ha condannato a mortre una bambina ancora viva invece di accettare l’offerta dell’Italia di curarla senza alcun costo per il governo britannico». Nell’udienza di ieri 10 novembre, i giudici avevano fissato il termine ultimo per il distacco dei macchinari a lunedì 13 novembre. Ma poco dopo i legali della famiglia avevano precisato che l’interpretazione corretta della sentenza avrebbe previsto lo stop alle cure in ospedale «il prima possibile».


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