25 novembre, la “marea fucsia” travolge l’Italia: «A Roma in 500mila contro la violenza sulle donne». Schlein: «Fermiamo la mattanza» – Foto e video

Polemiche per un comunicato di Non una di meno, ma le attiviste replicano: «Solidarietà anche alle donne israeliane». Striscioni contro Vaticano e governo

Sono tanti, partecipati, e lungo tutto il Paese: Roma, Milano, Torino, Napoli, Messina e tante altre città. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Nella capitale, un grande corteo è partito alle 14.30 dal Circo massimo di Roma, con pullman che sono arrivati da tutta Italia. Secondo le stime delle organizzatrici, sono «almeno 500mila» le persone che hanno preso parte alla manifestazione promossa da Non una di meno. A Milano, il corteo intitolato «Il patriarcato uccide» ha radunato oltre 30mila partecipanti. Troppi per la piazza di Largo Cairoli, con alcune persone che hanno accusato malori e sono state male. Tra i momenti clou della giornata c’è il «minuto di rumore», in cui i manifestanti hanno usato tutto ciò che avevano a disposizione – fischietti, applausi, mazzi di chiavi, urla – per far sentire la propria voce contro la violenza di genere. «Per Giulia Cecchettin e tutte queste donne non facciamo un minuto di silenzio ma bruciamo tutto», hanno scandito più volte dal palco le organizzatrici alla fine della lettura dei nomi delle oltre 100 vittime di femminicidio del 2023.


I leader politici presenti alle manifestazioni

A Roma c’è anche la segretaria del Pd Elly Schlein tra i partecipanti. «L’indignazione e la rabbia non bastano. Vogliamo fermare questa mattanza. Questa è una piazza molto bella, è per Giulia e per tutte le donne uccise dalla violenza maschile e che ogni giorno subiscono altre forme di violenza. È il momento di dire basta e fare un salto in avanti perché non se ne può più», ha scandito la segretaria dem al suo arrivo al Circo massimo. Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e il presidente del M5s Giuseppe Conte hanno partecipato invece alla manifestazione di Perugia.


La polemica su Israele

Sulla manifestazione di Roma indetta da Non una di meno è nata una polemica che divide anche le opposizioni. A scatenare il tutto è un comunicato dell’associazione in cui non figura una parola di condanna su Hamas ma si attacca il governo e il suo sostegno a Israele contro Gaza. Le attiviste hanno poi chiarito: «Se accetteremmo le donne israeliane? La nostra piazza è apolitica e aperta. Siamo contro il genocidio di uno stato colonialista nei confronti di Gaza, dei palestinesi, non contro le donne israeliane. Niente bandiere né simboli, la nostra sarà una piazza contro la violenza di genere e contro il patriarcato». Dichiarazioni che non convincono la comunità ebraica: «C’è tutto un mondo che a parole si mobilita per i diritti civili, ma tace e volge lo sguardo dall’altra parte rispetto a stupri e torture, documentati, sulle donne ebree aggredite, massacrate ed esposte pubblicamente dai terroristi di Hamas. Un silenzio complice e assordante», dichiara il presidente della comunità di Roma, Victor Fadlun. In giornata, le attiviste di Non una di meno tornano sulla questione per cercare di smorzare le polemiche: «Diamo solidarietà anche alle donne israeliane che sono state aggredite e stuprate. Abbiamo citato la Palestina perché è in atto una feroce aggressione alle civili e ai civili. È in atto un’occupazione da anni. E la guerra è l’espressione più alta del patriarcato».

Gli striscioni contro il Vaticano e contro il governo

Alla manifestazione di Roma spuntano anche alcuni slogan contro la Chiesa. «Vaticano spina dorsale del patriarcato», si legge su alcuni cartelli esposti dai manifestanti al Circo Massimo. In un altro cartello si vede invece l’immagine stilizzata di una donna con una serratura nella zona del ventre posta di fronte a un prelato che tiene in mano una chiave. Un altro striscione recita: «Di che genere sono lo decido io, né Stato né Dio. Il corpo è mio». Su altri cartelli dei manifestanti spuntano invece alcuni attacchi all’esecutivo. «Contro il governo Meloni fascista sosteniamo la furia delle donne», si legge su uno di questi. Slogan che trovano una forte condanna del leader di Azione Carlo Calenda, che in videocollegamento al Linkiesta Festival commenta: «Il comitato organizzatore ha fatto uscire una piattaforma odiosa, perché ha quasi più parti contro Israele, contro il governo e contro il capitalismo che contro la violenza sulle donne. È una grande occasione perduta».

Le azioni in metro e davanti alla sede Rai, fermate alcune attiviste

Al grido «Mai più zitte» decine di ragazze sono entrate ieri sera nei vagoni della metropolitana di Roma indossando minigonne, shorts e bandane fuxia. L’azione, fatta perlopiù da liceali, durata oltre un’ora, è partita dalla fermata Rebibbia e ha attraversato la linea B fino a Termini. Le ragazze hanno gridato alcuni slogan tra cui «Allerta transfemminista», «Allerta indecorose» e «Sorella non sei sola». Lungo le fermate le studentesse hanno voluto lasciare traccia del loro passaggio, con impronte rosse delle mani sui vagoni o scrivendo il numero antiviolenza 1522. «La scelta dell’abbigliamento non è stata casuale – ha spiegato una di loro – molte indossavano la minigonna, altre pantaloncini e alcune solo il reggiseno senza maglietta. Era una sorta di provocazione perché noi abbiamo paura di andare da sole la sera in metro in minigonna. Questo non va bene». Stamane Non una Di Meno ha organizzato un blitz alla sede Rai di viale Mazzini. «Nostro il dolore vostro lo share», la scritta esposta all’ingresso. Dopo poco le donne sono state fermate dalle forze dell’ordine.

Il post di Gino Cecchettin: «Parlate, denunciate, fidatevi!»

«Parlate, denunciate, fidatevi!» è il commento che Gino Cecchettin affida a Instagram, nella Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Il papà di Giulia, uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, pubblica l’immagine del fiocco rosso, simbolo della giornata.

Credits foto di copertina: ANSA/Giuseppe Lami | Attiviste di ‘Non Una Di Meno’ davanti al Colosseo a Roma (25 novembre 2023)

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