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“La storia siamo noi”, così Bankitalia versione Panetta solletica l’orgoglio dei dipendenti con Francesco De Gregori

21 Marzo 2024 - 15:37 Franco Bechis
La citazione musicale del nuovo segretario del direttorio Trequattrini a Bologna

È la prima volta che un cantautore viene preso a modello e riferimento culturale nelle austere stanze della banca centrale italiana. Nella nuova Bankitalia guidata dal Governatore Fabio Panetta la citazione è toccata a Francesco De Gregori e al suo celebre brano “La Storia”. A farla il neosegretario del Direttorio di via Nazionale, Gian Luca Trequattrini, davanti ai dipendenti della sede di Bologna mercoledì 20 marzo durante un suo intervento sulla «breve storia della governance della Banca di Italia fra tradizione e attualità».

Dallo scandalo della Banca romana alla nuova via Nazionale

Con grande efficacia e in modo davvero divulgativo Trequattrini concentra in sei paginette l’intera storia della banca centrale italiana partendo dall’unità di Italia, attraversando l’epoca giolittiana e lo scandalo della Banca romana, il fascismo, il dopoguerra, la legge Amato, quella del 2005 e l’ultima modifica degli assetti del 2013. C’è davvero tutto dentro e anche ben spiegato: meriterebbe di entrare così come è scritto in un manuale di storia per la scuola secondaria italiana. Ma è ai dipendenti di Bologna che il segretario generale si stava rivolgendo, e per loro in mezzo a tanti mutamenti ha sottolineato come nelle diversissime epoche abbia resistito nella governance della banca centrale italiana quella opzione duale fra Consiglio superiore centrale e Consigli locali che hanno consentito un rapporto più vivo con la realtà del territorio.

Il modello storico che però lo stesso cantautore ha poi rinnegato

È proprio alla fine che arriva la citazione musicale, solleticando l’orgoglio dei dipendenti di Bologna. «Difendere», ha iniziato Trequattrini, «un assetto organizzativo radicato nella tradizione potrebbe andare controcorrente, ma in fondo anche i Consigli locali possono rivendicare un ruolo nella storia dell’Istituto, non destinato ancora a esaurirsi. Per dirla con Francesco De Gregori: ‘La storia siamo noi, nessuno si senta escluso’». Testo che a dire il vero anni dopo lo stesso cantautore ha rivisto criticamente. E alla domanda di un giornalista: «Insomma, la storia siamo noi oppure no?» De Gregori ha risposto: «Nì. Il discorso si può allargare a dismisura: dovremmo parlare anche della problematicità del concetto di democrazia, di quanto sia storicamente cambiato (…) La storia è comunque sempre in crisi con se stessa. È qualcosa che va sottoposto a continue revisioni…».

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