Altro che truffa, fu Pamela Prati a inventarsi Mark Caltagirone: la decisione del tribunale che chiude il caso

Archiviata la denuncia presentata dall’attrice contro le due ex agenti: «Sapeva perfettamente dell’operazione»

Non ci fu nessuna truffa ai danni di Pamela Prati nel finto matrimonio con Mark Caltagirone. Lo ha stabilito la giudice per le indagini preliminari Valeria Tomassini, che ha archiviato la denuncia presentata nel 2019 dall’attrice contro le due ex agenti Eliana Michelazzo e Pamela Perricchiolo. L’espediente, scrive il gip secondo quanto riporta Repubblica, fu utilizzato «con il consenso della stessa vittima a scopi auto-promozionali». In realtà, il pm che ha seguito il caso aveva chiesto l’archiviazione già nella primavera del 2021. In quell’occasione, erano stati i legali della showgirl ad opporsi. Oggi il verdetto del gip ha messo fine una volta per tutte al caso Mark Caltagirone.


Il caso esploso nel 2018 e la vicenda giudiziaria

La vicenda finita nelle aule giudiziarie romane ha inizio nel 2018, quando Pamela Prati dichiara pubblicamente di essere in procinto di sposare Mark Caltagirone. La notizia viene ampiamente ripresa dalla stampa nei mesi successivi, trasformandosi in un vero e proprio caso mediatico che porta la showgirl a frequentare numerosi salotti televisivi. Con il passare del tempo, c’è chi inizia a mettere in dubbio che Mark Caltagirone esista davvero, fino a quando è la stessa Prati a confermare l’indiscrezione. Quello stesso anno, l’attrice e showgirl presenta una denuncia contro le sue due ex agenti, sostenendo di essere stata indotta a credere davvero all’esistenza di un corteggiatore. Secondo il pm, invece, l’intera operazione è avvenuta «con la complicità, il consenso o, in ultima analisi, la tacita accettazione/connivenza» da parte della stessa Pamela Prati. Una versione che, a giudicare dal verdetto emesso oggi, deve aver convinto anche la gip Valeria Tomassini.


Foto di copertina: ANSA/Fabio Frustaci | Pamela Prati a Roma nel 2021

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