«A volte è sufficiente un piccolo indizio», la truffa che sfrutta presunte storie di bambine scomparse

Alcuni siti a cui rimandano i post non offrono sufficiente protezione dei dati, con il rischio di truffa per chi li visita

Lo schema è sempre lo stesso: una foto generica sullo sfondo che mostra i mezzi delle forze dell’ordine, spesso di notte. Sopra, incollata come una Polaroid sul muro di una camera, l’immagine in bianco e nero di una bambina di pochi anni, apparentemente scomparsa. «A volte è sufficiente un piccolo indizio. La tua condivisione potrebbe essere la prova decisiva», recita il messaggio con cui le immagini vengono condivise su Facebook. Spesso si invita l’utente ad osservare video scioccanti o sconcertanti. L’impressione a colpo d’occhio è quella di trovarsi di fronte a un appello, una petizione, o una semplice notizia che avverte della scomparsa dei piccoli nelle foto. Tuttavia tutti gli indizi puntano verso una truffa per rubare dati sensibili agli utenti.

Per chi ha fretta:

  • Circolano numerosi post che avvertono della presunta scomparsa di bambine di pochi anni.
  • Usano tutti immagini e testi simili tra loro, invitando a condividere il contenuto.
  • I post contengono link a siti inaffidabili o privi di senso in cui gli utenti rischiano di consegnare i propri dati in mano a malintenzionati.
  • Quindi, l’operazione è una truffa.

Analisi

Valentina Lombardo, 6 anni a Roma; Caterina Gatti, 5 anni a Boville Ernica (Frosinone); Chiara Ferrara, 4 anni a Firenze; Lucia Lombardi, 4 anni a Formigine (Modena); Maria Bruno 6 anni ad Altavilla Milicia (Palermo), Antonella Marini, 4 anni a Voghera; Elvira Pellegrini, 3 anni a Padova; Angela De Rosa, 3 anni a Torino; Eleonora Pellegrini, 6 anni, a San Giuliano Milanese; Giorgia Vitale, 6 anni a Bari.

Sono questi alcuni dei nomi delle bambine che secondo i post risalenti a marzo o febbraio 2024 sarebbero scomparse. In ciascuno dei post a cui Open è riuscito a risalire, la possibilità di commentare è stata disattivata dall’autore che appare come una persona a commentare, invitando a condividere il contenuto. Vediamo uno screenshot di uno di questi. Nella descrizione si legge sempre la frase: «A volte è sufficiente un piccolo indizio».

La truffa per rubare i dati

Nessuna delle immagini utilizzate, effettuando una ricerca inversa su Google, produce risultati. Per quanto riguarda i nomi, l’unica persona che risulta scomparsa è Angela De Rosa, che però non è una bambina di tre anni a Torino, ma un’omonima ragazza ventenne morta dissanguata – come riporta Fanpage – per aver sbattuto contro una porta a vetro cercando di divincolarsi dal compagno durante una lite nel 2018. Nemmeno i siti a cui rimandano i link, spesso condivisi in gruppi di scambio di oggetti e servizi, sembrano avere una correlazione con il contenuto dei post. Questi si dividono in siti che il browser Google Chrome identifica come pericolosi, per il mancato utilizzo di protocolli di sicurezza che garantiscano la protezione dei dati, e altri, come quello mostrato nell’immagine qui sotto, che sono semplicemente pieni di parole apparentemente casuali e non organizzate in frasi.

Conclusioni

Circolano numerosi post che avvertono della presunta scomparsa di bambine di pochi anni. Usano tutti immagini e testi simili tra loro, invitando a condividere il contenuto. I post contengono link a siti inaffidabili o privi di senso in cui gli utenti rischiano di consegnare i propri dati in mano a malintenzionati. Quindi, l’operazione è una truffa.

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