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L’assist di Salvini a Beppe Sala: nel condono edilizio c’è anche una «norma salva-Milano»

Da circa un anno il capoluogo lombardo è alle prese con le inchieste della procura sugli abusi edilizi in città. Una possibile svolta potrebbe arrivare proprio con l'intervento del governo

Ci sarà anche una «norma salva-Milano» nel decreto sulla Pace Edilizia su cui è al lavoro il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e che sarà pronto a maggio. La sanatoria per i piccoli abusi edilizi su cui è impegnato il leader della Lega punta a risolvere, tra le altre cose, anche quei problemi tra Procura e Comune che nel capoluogo lombardo rischiano di paralizzare i cantieri edilizi. L’articolo vero e proprio ancora non c’è, ma il titolo parla di una «sanatoria delle difformità di natura formale legate alle incertezze interpretative della normativa vigente». Già ieri alcuni giornali avevano ipotizzato che si potesse trattare di una norma ad hoc pensata per sbloccare l’urbanistica milanese. Una tesi che è stata confermata poi dallo stesso ministero attraverso una nota ufficiale: «Negli auspici del vicepremier e ministro Matteo Salvini, il Mit presenterà una norma “salva-Milano” per evitare problemi ad alcuni grattacieli». Un assist per certi versi inaspettato, se non altro perché è noto che tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il titolare del Mit non scorre buon sangue.

L’inchiesta della procura

Per capire cosa abbia reso necessario un intervento del governo serve fare un passo indietro. Tutto inizia nella primavera del 2023, quando la procura di Milano apre un’inchiesta su un nuovo edificio di Piazza Aspromonti e sulle torri di Crescenzago. Quella che sembrava essere una semplice indagine porta poi all’apertura di altri nove fascicoli, l’ultimo dei quali risalente a pochi giorni fa e relativo alla conversione dell’ex fabbrica Pompe Peroni in un’area residenziale. Tutti gli edifici finiti nel mirino dei pm sono stati costruiti con la semplice Scia, la certificazione di inizio attività, e non un Permesso per costruire. Eppure, sostiene la procura di Milano, quei progetti non sono configurabili come semplici ristrutturazioni, ma come interventi edilizi ben più radicali, che hanno un effetto non trascurabile sul quartiere in cui vengono realizzati. Per gli edifici più alti di 25 metri, in particolare, scatta la necessità di un «piano attuativo», che comprende anche uno studio sui servizi e le opere infrastrutturali necessarie nel quartiere per contenere i nuovi volumi di traffico.

Il rischio paralisi dei cantieri

Palazzo Marino, sede del Comune, ha sempre assicurato che i propri dipendenti hanno agito in buona fede e ha cercato di raggiungere una soluzione con la procura attraverso il dialogo. Nel frattempo, però, l’inchiesta ha finito per bloccare non solo i progetti attenzionati dai pm ma anche decine di altri cantieri con caratteristiche simili. Sul possibile danno erariale indaga anche la Corte dei Conti, mentre 150 funzionari dell’ufficio tecnico hanno chiesto di essere trasferiti ad altri incarichi per il timore di essere trascinati nell’inchiesta della procura. La giunta di Beppe Sala ha promesso ai dipendenti che un’eventuale difesa legale sarà a carico di Palazzo Marino, ma la situazione resta tesa. Per il momento, il Comune ha deciso di attenersi alla linea più rigida della procura, in attesa di «un chiarimento interpretativo definitivo del legislatore». Persino l’iter per l’aggiornamento del Piano di governo del territorio, lo strumento attraverso cui i Comuni pianificano gli interventi di urbanistica, ha subìto una battuta d’arresto.

L’assist del governo

Una possibile svolta potrebbe arrivare proprio dal governo, e in particolare dal condono edilizio «salva casa» su cui è al lavoro Salvini. «Con buonsenso, in collaborazione con i Comuni italiani, gli uffici del Mit stanno lavorando per risolvere problemi edilizi ed urbanistici connessi ad interventi già assentiti da alcuni enti locali sulla base di una interpretazione della legislazione statale e regionale, che nel settore è stata oggetto di successive modifiche e stratificazioni», si legge nella nota del ministero delle Infrastrutture diffusa ieri in serata. «In assenza di tale intervento, rimarrebbe un rischio di incertezza sia per le amministrazioni territoriali, sia per i cittadini. Un esempio – precisa il Mit a scanso di equivoci – è il capoluogo lombardo».

In copertina: Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini (ANSA/Matteo Bazzi)

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