Con le loro tasse gli italiani pagano di più le pensioni e meno la sanità

In 3 anni giù istruzione e ordine pubblico. Su trasporti, lavoro e debito

L’operazione trasparenza era stata rilanciata nel 2020 dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, riprendendo un’idea abbandonata da molti anni: ciascun contribuente accedendo al proprio cassetto fiscale aveva la possibilità di scoprire dove erano finite le tasse che aveva pagato. Ognuno vedeva le sue cifre al centesimo, ma la percentuale era ovviamente uguale per tutti. Quell’anno la maggiore parte delle tasse (21%) era finita a pagare le pensioni e l’assistenza, ma subito a ruota c’era la sanità con il 20%. Terzo posto per la finalizzazione delle tasse l’istruzione, cui andava l’11%. Quarto posto al settore della Difesa, dell’Ordine pubblico e della sicurezza era destinato l’8,9%. Il 6,09% andava al sostegno dell’economia e del lavoro, il 4,8% ai trasporti, il 2,4% alla protezione dell’ambiente e il 2,2% alla cultura e allo sport.


Sale sempre di più anche la spesa per gli interessi sul debito pubblico

A tre anni di distanza quella classifica nell’operazione trasparenza della Agenzia delle Entrate è in gran parte sensibilmente mutata. Primo posto sempre per previdenza e assistenza, ma con un punto e mezzo percentuale in più (22,62%). Resta al secondo posto la sanità, ma le tasse la finanziano al contrario un punto e mezzo di meno (18,53%). L’istruzione scivola al quarto posto, scendendo di un punto percentuale abbondante (9,96%). Difesa e ordine pubblico sono scivolati dal quarto al settimo posto, perdendo 0,8 punti percentuali (8,10%). A salire tanto è invece il sostegno delle tasse degli italiani al settore dell’economia e del lavoro (oggi terzo per destinazione delle imposte), che è passato dall’assorbire il 6,09% delle tasse degli italiani al 10,06%. Sale tanto in classifica anche la percentuale di tasse che va a finanziare gli interessi sul debito pubblico (8,75%), settore che vale oggi quasi come la spesa per istruzione e più di difesa e ordine pubblico. Aumenta anche la percentuale assorbita dai trasporti (5,35%), scende di pochissimo la protezione dell’ambiente (2,33%) e un pizzico più giù anche la cultura (2,03%).


La percentuale della sanità è davvero scesa. Ma i dati non riguardano ancora Meloni

L’Agenzia delle Entrate, dunque, certifica con questa operazione trasparenza uno dei temi che più ha fatto discutere la politica: la sanità è effettivamente finanziata significativamente meno in percentuale, anche se i dati non riguardano ancora le manovre economiche varate dal governo guidato da Giorgia Meloni, ma la finalizzazione delle tasse incassate nell’ultimo anno del governo guidato da Mario Draghi (2022). Il calcolo è stato fatto utilizzando la classificazione Cofog (Classification of the Functions of Government), e quindi ricomprendendo tutte le tasse pagate sia a livello centrale che a livello locale, senza distinzione fra loro.

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