Putin nazionalizza lo stabilimento Ariston di San Pietroburgo, Tajani: «Convocato l’ambasciatore russo in Italia»

Con un decreto l’Ariston Thermo Rus è passata sotto il controllo di Gazprom, come la sussidiaria russa di Bosch

Dopo la firma sul decreto che di fatto ha fatto passare sotto il controllo statale lo stabilimento Ariston di Vsevolozhsk, 20 chilometri a est di San Pietroburgo, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha sollecitato l’intervento del Segretario generale della Farnesina che questa mattina ha convocato l’ambasciatore russo in Italia. «Il governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group», scrive sui social il ministro, «al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania». La decisione del presidente Vladimir Putin infatti non riguarda solo la multinazionale italiana ma anche la tedesca Bosch. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. In questo modo le sussidiarie russe delle due multinazionali vengono temporaneamente trasferite a Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Una nazionalizzazione coatta che rientra nella strategia di Putin per contrastare le sanzioni internazionali dopo l’inizio della guerra in Ucraina: dal febbraio 2022 a oggi, ricorda il Corriere della Sera, sono oltre 180 le imprese passate sotto il controllo diretto del Cremlino.


Leggi anche: