Femminicidio di Aosta, la lettera del papà di Auriane Laisne: «Il suo delitto non sia vano»

«Perché l’aguzzino non aveva il braccialetto elettronico?», scrive Ludwig Laisne, padre della 22enne di Lione trovata morta il 5 aprile scorso. L’ex compagno, Sohaib Teima, è «gravemente indiziato»

«Questo ulteriore femminicidio non sia vano». A scriverlo in una lettera indirizzata ai media è Ludwig Laisne, padre di Auriane Nathalie Laisne, la 22enne di Lione il cui corpo senza vita è stato trovato il 6 aprile in una cappella sconsacrata di una chiesa a La Salle in Valle d’Aosta. L’ex compagno, Sohaib Teima, anche lui ventenne, di Fermo nelle Marche è «gravemente indiziato» in Italia del femminicidio. Il giovane è stato condannato a sei mesi di carcere e divieto di ingresso in Francia per 10 anni dal tribunale di Grenoble nell’ambito del processo per violenza domestica e minacce dopo la denuncia per maltrattamenti presentata proprio da Auriane nel dicembre dello scorso anno. «Perché – scrive Ludwig – il suo aguzzino ha potuto avvicinarsi a lei nonostante il divieto di avvicinamento? Perché non ha dovuto indossare il braccialetto elettronico? Perché quando a febbraio era stata chiesta una detenzione provvisoria, il procuratore di Lione non l’ha disposta subito, lasciando così verificarsi il dramma?», si legge. Auriane, continua il padre, ha avuto il «coraggio di aver creduto di poter rendere migliore il suo carnefice nonostante le sue bugie incessanti e la sua volontà di allontanarla da noi, la sua famiglia, di aver sopportato le numerose violenze ripetute, i sequestri, di essere più preoccupata per noi che per sé stessa e di arrivare a registrare le discussioni con il suo aguzzino riguardanti le violenze, sapendo che l’avrebbe picchiata di più per averne osato parlare con lui».


«Rifiutare la violenza a vantaggio dell’amore dell’altro»

Ciò che auspica Ludwig Laisne «è che tutti questi interrogativi possano ottenere delle risposte, ma ancor più che siano fonte di cambiamenti in seno al sistema giudiziario e di polizia, che, come l’istruzione nazionale, non hanno i mezzi per svolgere il proprio lavoro in modo adeguato. Mi auguro che al più alto livello della Repubblica non ci limitiamo a parole, ma che passiamo ad azioni che portino a cambiamenti reali». Per il padre della vittima «l’educazione nazionale deve essere sostenuta meglio affinché alcune famiglie non costruiscano il futuro dei giovani sulla violenza che può essere inflitta alle donne, considerate purtroppo troppo spesso come inferiori agli uomini, come appartenenti a loro, fino a fare credere ad alcuni di avere il diritto di vita o di morte su di loro». E poi l’appello: «Vorrei chiedere a tutti voi di rifiutare la violenza a vantaggio della pace, rifiutare l’odio a vantaggio dell’amore dell’altro, rifiutare l’intolleranza a vantaggio del rispetto. Rifiutare l’oscurantismo. Vi chiedo di restare vigili e di non lasciarvi influenzare da certe affermazioni, politiche e mediatiche, che incitano a dividere, ma al contrario, di rifiutare categoricamente queste strategie nauseabonde», scrive nella dichiarazione.


«Non ho né rabbia né odio verso l’aguzzino»

Ludwig Laisne precisa, inoltre, di «non avere né rabbia, né odio» verso Sohaib Teima. «Cerco – aggiunge – di trascendere queste energie negative e inutili, in energia d’amore universale, di pace e di rispetto, affinché l’assassinio di Auriane permetta di elevare la nostra cittadinanza e la nostra umanità, a qualunque costo». Poi i ringraziamenti ai carabinieri italiani e al procuratore di Aosta «che hanno saputo rendersi umani, efficaci e hanno permesso di identificare mia figlia e arrivare all’arresto dell’aguzzino. Grazie anche alla brigade anticriminalité di Lione», conclude.  

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