I colloqui al Cairo tra la delegazione di Hamas e i mediatori internazionali al lavoro per un accordo di tregua con Israele sono terminati, almeno per il momento. La delegazione del movimento fondamentalista ha lasciato la capitale egiziana per fare ritorno a Doha, e lì fare rapporto alla leadership in esilio. «La delegazione del movimento ha consegnato la risposta ai mediatori in Egitto e Qatar, dove si sono tenute discussioni serie e approfondite». ha fatto sapere Hamas su Telegram, ribadendo poi il suo approccio «positivo e responsabile» per un accordo che «soddisfi le richieste», vale a dire «la fine dell’aggressione (di Israele, ndr), il ritiro da Gaza dell’esercito e lo scambio di prigionieri». Secondo i media egiziani la delegazione potrebbe nuovamente tornare al Cairo martedì. Ma la conclusione dei colloqui senza alcun annuncio di buon esito non lascia sperare al momento nulla di buono. Secondo quanto riporta Haaretz, che cita un funzionario a conoscenza dei negoziati in corsi, il capo della Cia William Burns sta raggiungendo egli stesso Doha per un meeting d’emergenza col premier del Qatar Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani nel contesto di una trattativa «vicina al collasso».
I sospetti di Netanyahu
Nelle scorse ore era stato lo stesso premier israeliano Benjamin Netanyahu a sottolineare come «è Hamas che impedisce un accordo per il rilascio degli ostaggi. Israele – ha aggiunto – era ed è tuttora pronto a concludere una tregua nella lotta per liberare i nostri rapiti». Ma per il premier la fazione islamista «è rimasta trincerato nelle sue posizioni estreme, prima fra tutte la richiesta di ritirare tutte le nostre forze da Gaza. Israele non può accettarlo». «Pertanto – ha sottolineato – Israele non accetterà le richieste di Hamas, che significano la resa, e continuerà a combattere finché tutti i suoi obiettivi non siano raggiunti».
Scambi di fuoco Israele-Hezbollah
Intanto Hezbollah, secondo quanto riferito, ha lanciato decine di razzi nel nord di Israele dopo la morte di tre civili a seguito di un attacco israeliano nel sud del Libano. «Decine di razzi Katyusha e Falaq», riferisce la milizia sostenuta dall’Iran, sono stati lanciati contro Kiryat Shmona «in risposta all’orribile crimine commesso dal nemico israeliano a Meiss Ej Jabal», che ha ucciso una coppia e il loro bambino, si legge nella nota.
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