Gaza, accordo appeso a un filo: Hamas non scioglie la riserva. Decine di migliaia in piazza in Israele per il rilascio degli ostaggi – Il video

Un funzionario del movimento islamico palestinese ha detto all’Afp che i colloqui odierni al Cairo non «hanno visto alcuno sviluppo» e «le trattative riprenderanno domani»

L’accordo per un cessate il fuoco a Gaza è appeso a un filo. Un funzionario del movimento islamico palestinese Hamas ha fatto sapere all’Afp che i colloqui odierni al Cairo con i mediatori – Egitto, Qatar, Stati Uniti – non hanno prodotto «nessuno sviluppo». Le trattative di oggi «sono finite e domani ci sarà un nuovo round», ha concluso la fonte. Nel frattempo, migliaia di israeliani sono scesi in strada per chiedere la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas dal 7 ottobre scorso e per protestate contro il governo di Benjamin Netanyahu. Lo riporta Haaretz, sottolineando che le manifestazioni giungono dopo le notizie del potenziale accordo con Hamas per raggiungere una tregua e ottenere la liberazione dei prigionieri. «Ora c’è un accordo sul tavolo, che Hamas ha fatto capire che accetterà», ha detto a nome delle famiglie degli ostaggi Einav Zangauker, il cui figlio è detenuto nella Striscia. Ma «Netanyahu sta cercando ancora una volta di silurare l’unica possibilità che abbiamo di salvare gli ostaggi», ha concluso. Una fonte della leadership di Hamas ha fatto sapere ad Al Jazeera che «Netanyahu sta personalmente ostacolando il raggiungimento di un accordo per motivi personali. L’occupazione ostacola il raggiungimento di un accordo insistendo sulla continuazione della guerra».


Lo stesso leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, è intervenuto per la prima volta sulla proposta di accordo con Israele affermando che l’offerta è la più vicina a soddisfare le richieste del gruppo, anche se ha sollevato diverse riserve. A scriverlo è il Wall Street Journal, citando mediatori arabi secondo i quali «Hamas dovrebbe presto avanzare una controproposta». Intanto, la tv Al Hadath, che cita fonti e altri media tra cui Ynet e Ria Novosti, fa sapere che il partito-milizia avrebbe accettato di rilasciare 33 ostaggi israeliani nella prima fase di un accordo di cessate il fuoco con Israele. «Hamas si impegna a rilasciare 33 ostaggi israeliani nella “prima fase” dell’accordo». Questa posizione differisce, però, dalla precedente. All’inizio dei negoziati, Hamas aveva affermato di avere 20 ostaggi, ma «sembra che sia riuscito a trovare i civili rimasti», ha detto la fonte del canale televisivo.


Le trattative

In serata è arrivata la notizia che il movimento islamista palestinese Hamas potrebbe accettare nelle prossime ore la proposta egiziana di cessate il fuoco e di liberazione degli ostaggi. A riferirlo il giornale saudita “Al Sharq”, mentre una delegazione si trova ora al Cairo, dove sono in corso intensi colloqui tra l’Egitto e il Qatar che dureranno «diversi giorni», segnala la televisione egiziana Sada al-Balad citando alcune fonti. Hamas ha affermato di aver ricevuto dagli Stati Uniti la promessa di un cessate il fuoco e del completo ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, nella terza e ultima fase dell’accordo, e la promessa che le forze israeliane non continueranno a combattere dopo il rilascio degli ostaggi.

In caso di no cosa succede?

Il Qatar è pronto ad accettare la richiesta degli Usa di espellere da Doha la leadership di Hamas, tra cui Ismail Haniyeh. A riferirlo è il Times of Israel una fonte a conoscenza del dossier. Secondo il Washinton Post (Wp) il segretario di Stato Usa Antony Blinken lo scorso mese ha consegnato la richiesta da attuare in caso di rifiuto dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Blinken – secondo il quotidiano – ha consegnato questo messaggio al primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani il mese scorso. Il Wp ha anche riferito che il Qatar aspettava da mesi la richiesta Usa.

Blinken: «Un attacco israeliano a Rafah senza un piano per proteggere i civili è oltre l’accettabile»

Un attacco israeliano a Rafah, la città nel sud della Striscia di Gaza dove sono ammassati più di un milione di palestinesi sfollati a causa della guerra, causerebbe danni “oltre l’accettabile“. Queste le parole del Segretario di Stato americano Antony Blinken. Secondo Blinken, smentendo il Wall Street Journal, Tel Aviv non ha presentato alcun piano per proteggere i civili durante questo possibile attacco. «In assenza di un tale piano, non possiamo sostenere un’operazione militare su larga scala a Rafah, perché il danno che causerebbe sarebbe oltre ciò che è accettabile», ha detto durante il Forum del McCain Institute.

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