Open, il Senato dice no al sequestro delle chat di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva: «Qualsiasi cosa decidiate darò i miei sms ai pm»

Sono 112 i voti che salvano il senatore. Solo 3 gli astenuti, contrari i 5 stelle. L’onorevole prima della votazione: «Ciò affinché nessuno possa dire un domani che questo processo finisce per la mancata autorizzazione. Questo processo finisce perché non doveva neanche iniziare»

Il Senato ha respinto la richiesta della procura di Firenze di sequestrare la corrispondenza elettronica di Matteo Renzi, nell’ambito del processo sui presunti finanziamenti illeciti alla Fondazione Open. L’Aula ha approvato la relazione della Giunta per le immunità per respingere la richiesta della procura di Firenze. I sì alla relazione sono stati 112, i no 18 (tutti M5s) e gli astenuti 3. «Qualsiasi cosa voi decidiate, onorevoli senatori, non cambierà niente, perché, al termine della votazione, io depositerò il testo degli sms oggetto della contestazione, anche ove voi votiate, come credo logico e naturale, per respingere l’autorizzazione», ha detto oggi in aula Renzi. «Se questo vi sembra un atto di sfida nei confronti dei pm – ha proseguito il leader di Italia Viva -, sappiate che è esattamente così, nel senso che, ritenendo questo processo una farsa senza precedenti, io, una volta che il Parlamento avrà posto la parola fine a questa storia dicendo che non c’è diritto di violare l’articolo 68 della Costituzione, comunque prenderò questi quattro messaggi WhatsApp e li metterò agli atti. Ciò affinché nessuno possa dire un domani che questo processo finisce per la mancata autorizzazione. Questo processo finisce perché non doveva neanche iniziare, ma è una vicenda che mi vedo io a parte. Non vengo a mettervi in campo le discussioni che riguardano la dinamica processuale, sappiatelo per votare in piena libertà».


Leggi anche: