Michele, la storia del neonato ucciso dal pitbull di famiglia: «Il cane ci seguiva, poi l’ha morso alla testa e al collo»

Il cane non aveva mai mostrato segni di aggressività. Ora è in un canile protetto in attesa delle decisioni della Asl

Si chiamava Michele il bambino di cinque mesi morto dopo essere stato azzannato dal pitbull di famiglia in via Marconi a Palazzolo Vercellese. Il neonato era tra le braccia della nonna quando è stato aggredito dal cane. Nerone, 8 anni, ha morso il bambino alla testa. Solo l’intervento di un vicino di casa ha consentito di liberarlo. Poi un’équipe sanitaria con l’elisoccorso ha tentato di rianimarlo. Senza risultati. I genitori del bambino si chiamano Dennis Cassinelli e Barbara Saporito. La tragedia arriva a tre settimane di distanza rispetto a quella di Francesco Pio a Eboli. Secondo la ricostruzione di Repubblica tutto è accaduto alle 18 del 17 maggio. La nonna stava cullando il bambino quando il pitbull le è saltato addosso. Facendola cadere con il bimbo in braccio.


Alla testa e al collo

Il cane ha morso il neonato alla testa e al collo. La nonna ha riportato alcune lievi ferite, tra cui la frattura di un piede. Il padre e la madre invece erano usciti di casa per andare a fare la spesa. Lui abita a Palazzolo da otto anni. Il cane non aveva mai mostrato segni di aggressività. Quando i genitori sono tornati a casa, hanno portato il neonato vicino al campo sportivo in cui è atterrato l’elicottero del 118. La sindaca di Palazzolo Maria Franca Giorcelli dice che «segnalazioni su un’eventuale aggressività del cane non c’erano mai state. A volte il pitbull si vedeva in giro tra le strade del paese, sempre al guinzaglio. È una tragedia che ha scosso tutto il paese, siamo rimasti sconvolti. Purtroppo, in casi del genere e specialmente con determinate razze, serve un’attenzione massima quando avviene la nascita di un bambino e c’è quindi l’inserimento in famiglia».


«Il cane ci seguiva»

La nonna ha detto ai carabinieri che stava facendo una passeggiata in giardino: «Il cane ci seguiva. A un certo punto ha fatto un balzo e ha morso il bambino alla testa». I militari hanno portato via il cane. Lo terranno per qualche tempo in un canile protetto in attesa delle decisioni dei veterinari della Asl. La procura di Salerno ha dissequestrato nei giorni scorsi i due pitbull che hanno ucciso Francesco Pio a Eboli. I cani si trovano in un rifugio nel Casertano e, precisa l’Oipa, dovranno essere sottoposti a un percorso di rieducazione a Napoli.

L’Oipa e le razze di cani

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) dice che Michele è «l’ennesima vittima di quella che ormai sembra essere la moda del momento: comprare o adottare un cane molosso o molossoide senza avere le necessarie competenze per gestire questi tipi di cane». E l’associazione torna a chiedere al legislatore «di regolamentare con urgenza la detenzione di determinate razze o simil-razze. Allo stesso tempo, osserva che chi cede o vende incautamente ‘cani da presa’ è moralmente responsabile di questi gravi fatti. Molto spesso, questi animali provengono da cucciolate casalinghe, quando non da traffici illeciti», citando casi di recenti attacchi da parte di pitbull, amstaff e american bully. L’Oipa sottolinea che «certi cani troppo spesso vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente. A livello locale, alcuni Comuni, come quello di Milano, hanno regolamentato la materia, ma occorrerebbe una norma nazionale per imporre a tutti i Comuni di regolamentare il tema».

L’elenco che manca

L’Oipa chiarisce come «anzitutto non esista un elenco di cani ritenuti pericolosi. Nel 2006 il ministero della Salute ha emesso un’ordinanza riguardante la ‘tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani’, nella quale era prevista una lista di razze canine ritenute pericolose. Successive ordinanze hanno poi abolito questo elenco a causa della relativa incertezza e, soprattutto, della discriminazione delle razze. Attualmente la pericolosità di un cane viene determinata a seconda di fatti specifici – spiega l’avvocata Claudia Taccani, responsabile dell’ufficio legale dell’Oipa -. In caso morsicatura o zuffa tra cani infatti il cane e il suo proprietario vengono segnalati al servizio veterinario Asl, che tiene un registro dei cani dichiarati aggressivi, e sono obbligati a seguire un corso formativo».

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