Il cantautorato secondo Amalfitano: «Canto l’amore distruttivo e demoniaco» – L’intervista

Dai Joe Victor al secondo album da solista, il cantautore trentenne si racconta a Open

Si intitola Tienimi la mano, Diva! il secondo album di Gabriele Mencacci Amalfitano, in arte Amalfitano; uno dei più luminosi talenti del nuovo cantautorato italiano. Romano, una voce esplosiva che ha fatto la fortuna dei Joe Victor, formazione cult del circuito underground italiano, incapace di rompere i confini della lingua imposti da quella che lui definisce nell’intervista con Open «una comfort zone culturale», il fenomeno per cui in Italia difficilmente funzionano progetti portati avanti in lingua inglese (i Maneskin non sono che l’eccezione che conferma la regola). Una voce che non è passata inosservata nemmeno a Francesco Bianconi, voce e penna dei Baustelle, che se ne è innamorato fino a prendersi in carico la produzione di tutta questa seconda avventura discografica. «Vorrei che di questo disco rimanesse l’amore per la forma canzone» dice ancora a Open Amalfitano, che non è solo un nome d’arte ma anche il suo cognome, ed è questo quello che effettivamente si percepisce all’ascolto, dal riferimento alla tradizione cantautorale italiana più illustre ed intellettuale, come il Battisti post Mogol o Ivan Graziani, al sentimentalismo estremo, portato fino ai confini della rottura con questo graffio di voce impressionante.


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