Il redditometro mette in fibrillazione il governo. Forza Italia: «Noi da sempre contrari». Il viceministro Leo lo illustrerà al prossimo Cdm

Gasparri: «Lo rimettono? Non credo proprio…». Irritazione anche da parte del capogruppo in Senato della Lega Romeo: «Mi sembra sia un provvedimento fatto dal viceministro quindi chiedete a FdI»

Basta il redditometro ad agitare le forze di maggioranza. «Forza Italia è sempre stata contro il redditometro», riferiscono gli azzurri interpellati sul possibile utilizzo del decreto che avvia lo strumento sul controllo dei redditi del 2016, confrontando le entrate dei cittadini con le loro capacità di spesa. Tra gli azzurri c’è qualche perplessità sulla misura e i dirigenti azzurri, a quanto si apprende, stanno verificando cosa sia successo con il governo. Anche perché, sottolineano, «confliggerebbe con il provvedimento del concordato preventivo contenuto nella delega fiscale». «Lo rimettono? Non credo proprio…», ha risposto il senatore azzurro Maurizio Gasparri ai cronisti di Palazzo Madama. E alla fine, dopo tanti dubbi, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha concordato con la Presidenza del Consiglio di relazionare al prossimo Consiglio dei ministri. Le stesse fonti sottolineano che l’emanazione del decreto, stabilita dal Governo Conte 1 ma mai attuata, era attesa da più di sei anni per regolare l’effettivo superamento del cosiddetto ‘Redditometro’ introdotto dal Governo Renzi nel 2015.


La Lega: chiedete a Fratelli d’Italia

«Mi sembra di capire che sia un provvedimento fatto dal viceministro Leo quindi chiedete a FdI», ha detto all’ANSA il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo. «La trovo solo un po’ strana come proposta, perché noi del centrodestra siamo stati sempre stati critici su questi strumenti», ha aggiunto il senatore. A spegnere le polemiche è intervenuto Marco Osnato, FdI, presidente della Commissione Finanze della Camera. Interpellato in merito alla misura ha detto: «Non credo sia una svolta epocale. È un aggiornamento di alcuni parametri. Non annacqua né intacca la riforma fiscale né l’atteggiamento del governo Meloni. Certo, è un parametro che esiste e va aggiornato. Ed è anche una risposta a chi dice che non ci occupiamo di evasione fiscale. Forse fa ‘scalpore’ perché siamo in campagna elettorale…».


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