Il nuovo album dei Selton, i brasiliani d’Italia: «Mai pentiti di aver scelto il vostro Paese» – L’intervista

Ramiro Levy, Daniel Plentz e Eduardo Stein Dechtiar raccontano a Open il loro percorso musicale e le scelte legate a «Gringo Vol.1»

«C’è un’altra dimensione in cui facciamo questa intervista in tedesco», dicono a Open ridendo Ramiro Levy, Daniel Plentz ed Eduardo Stein Dechtiar, ovvero i Selton, il trio di brasiliani che ha trovato fortuna musicale nel nostro paese ormai già 15 anni fa, e diventati colonne portanti di quella rivoluzione cantautorale denominata sommariamente indie, cominciano la loro avventura europea suonando canzoni dei The Beatles al Parco Güell di Barcellona ed è lì che riscuotono i primi successi e si fanno notare dal produttore musicale di Mtv Italia Gaetano Cappa che li porta in Italia un attimo prima che la stessa proposta gli arrivasse dalla Germania, una scelta della quale, come rivelano, non si sono mai pentiti. Così abbiamo rischiato di non assaggiare mai il sapore del tocco musicale brasiliano con l’intento cantautorale italiano, questo mix fascinoso che ha portato a hit come Piccola sbronza, Voglia di infinito e Luna in Riviera. E certamente non avremmo avuto nemmeno questo nuovo album, Gringo Vol.1, prima parte di un progetto che vede i tre amici di Porto Alegre riappropriarsi di un respiro più internazionale, giocando ancora una volta sulle proprie radici, su quella delicatezza tipica brasilera e una ricerca più approfondita e squisitamente musicale, qualcosa di «gringo», appunto, che nel loro paese vuol dire «una cosa complicata da definire». Anche per questo l’album si presenta con una copertina totalmente verde, come a voler eliminare tutti gli orpelli, spiegano ancora a Open: «volevamo che rimanesse solo la musica».


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